Da mesi ogni volta che i mercati ritracciano avviene per lo stesso motivo, e noi scriviamo la stessa cosa. Ci spieghiamo meglio. Negli ultimi giorni si ritorna a parlare dello spettro dell’inflazione, e di eventuali ulteriori rialzi dei tassi da parte della FED. Cosa fanno i mercati? Sfruttano questi momenti per ritracciare e scaricare l’ipercomprato sugli oscillatori di breve termine. Per molti la giustificazione di questi movimenti è la paura e l’incertezza, per noi invece, “trattasi di un motivo squisitamente tecnico”. Nel breve infatti, attendiamo Wall Street verso il test dei primi supporti.
Contesto macroeconomico e FED
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Spesso abbiamo spiegato, che analizzando le serie storiche dal 1898 ad oggi, ci siamo resi conto che i rialzi dei tassi sono stati quasi sempre compatibili con le salite dei mercati azionari. Queste sono continuate fino a quando crescita e utili si sono bilanciati. Al momento, anche se i tassi continuassero a salire, i dati macroeconomici che vengono di volta in volta pubblicati (sia i contingenti che i predittivi) sembrano far profilare un atterraggio morbido dell’economia nei prossimi mesi.
Questo scenario sarebbe compatibile con le nostre previsioni che in corso ci sia un rialzo pluriennale dei prezzi azionari, e che il peggio sia alle spalle per molti anni.
E per quanto riguarda l’anno in corso, il minimo sia stato segnato, e il rialzo potrebbe continuare, fra alti e bassi, fino alla prima decade di dicembre.
Wall Street verso il test dei primi supporti: i livelli da monitorare
La seduta di contrattazione del 6 luglio si è chiusa in ribasso e ai seguenti prezzi:
Dow Jones
33.922,27
Nasdaq C.
13.679,04
S&P500
4.411,59.
Cosa dovrebbe preoccupare nei prossimi giorni?
Chiusure giornaliere inferiori ai seguenti supporti:
Dow Jones
33.610
Nasdaq C.
13.301
S&P500
4.326.
Sotto questi livelli di prezzo potrebbe partire un ribasso di un ulteriore 7/10% di breve termine. Vedremo cosa accadrà da oggi al prossimo setup dell’11 luglio.
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