L’ipercomprato accumulato nelle scorse settimane, ha trovato il pretesto per scaricarsi in concomitanza con il prossimo meeting della Federal Reserve. Sembra strano, ma dalla pubblicazione dei dati recenti, e dagli stessi discorsi di Jerome Powell si arguisce che l’epoca dei tassi al rialzo, è giunta ad un punto di stasi. Cosa faranno quindi probabilmente i mercati? Scopriamolo nei prossimi paragrafi.
La giornata di contrattazione del 7 dicembre si è chiusa ai seguenti livelli:
Dow Jones
33.597,93
Nasdaq C.
10.958,95
S&P 500
3.933,92.
La nostra attenzione continua a concentrarsi sul setup del 13 dicembre. Entro questa data si dovrebbe ritornare al rialzo.
La FED stupirà probabilmente in meglio i mercati
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L’interesse delle Banche centrali, a parere dello scrivente, è quello di non creare particolari squilibri sui mercati, e di riuscire a contenere l’inflazione, e a ridurla mantendo il ciclo economico e la sua crescita in equilibrio.
Frattanto cosa faranno i mercati? Al momento in base ai nostri studi sulle serie storiche dal 1898 ad oggi, ci fanno ritenere che nelle scorse settimane, a ridosso di metà ottobre si sia formato un bottom rilevante. Questo potrebbe rimanere inviolato per molti anni.
Nei primi 26 mesi di ogni nuovo decennio, si sono quasi sempre formati minimi importanti.
Mera elucubrazione di chi si aspetta nuovi ribassi, o ci potrebbe essere un fondo di verità? Wall Street rischia grosso?
Ecco di seguito una mappa per mantenere il polso della situazione.
I mercati dovrebbero scendere fino a questo venerdì, e da ora al 13 dicembre la discesa non dovrebbe superare 1/1,5% punti percentuali.
Entro martedì 13 invece, avrebbero dovuto già lasciare indietro i minimi della nuova settimana e così ripartire al rialzo.
Se non si formerà questo pattern, Wall Street rischia grosso e la discesa continuerà probabilmente fino al 6 gennaio, e poi al 10 marzo. In quest’ultima data si andrebbe a formare un doppio minimo (o forse inferiore) rispetto a quello di ottobre.