Rischio e rendimento sono due facce della stessa medaglia. In genere l’investitore mira al massimo ritorno con il minimo rischio, ma non sempre è possibile. Queste circostanze si sono registrate soprattutto negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, quando buoni postali e BTP di lungo termine offrivano alti rendimenti. Oggi tutto è cambiato, per cui per avere buoni ritorni bisogna aumentare il rischio cui l’investimento è sottoposto come nel bond che vedremo.
Il discorso, più in generale, riguarda ogni classe d’investimento, specie quelli diversi dal reddito fisso. Chi, ad esempio, ritiene che criptovalute o materie prime siano più sicure e redditizie dei listini azionari forse dovrà ricredersi alla luce dei rendimenti stellari di alcune Borse nel 2023.
Ritornando ora al reddito fisso, vediamo un bond sovrano che promette un ottimo ritorno finale. In particolare, se vuoi un titolo di Stato con interesse al 4,625% e rendimento netto quasi al 6% e dare un calcio all’inflazione potresti valutare quanto segue. Ma attenzione ai rischi!
Il bond trentennale dello Stato rumeno
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Il titolo di Stato in questione riguarda un’obbligazione del Governo rumeno emesso nella primavera di 4 anni fa. Il bond ha codice ISIN XS1968706876, con data inizio negoziazione il 9 aprile 2019 e scadenza il 3 aprile del 2049. Questo trentennale ha una cedola lorda del 4,625%, il 4,046% netto e la periodicità è annuale, mentre l’attuale rateo lordo oscilla sul 4,10%.
L’ammontare emesso dell’obbligazione è di 1,350 miliardi di euro (quindi non c’è rischio cambio) e il lotto minimo di sottoscrizione è pari a mille euro.
Se vuoi un titolo di Stato con interesse al 4,625% e rendimento netto quasi al 6% e dare un calcio all’inflazione potresti considerare questo bond
A rendere ancora più interessante il titolo ci pensa l’attuale quotazione di mercato. Ieri il bond ha chiuso la settimana di contrattazioni a 74,42 centesimi, mentre il minimo e massimo annuale sono stati pari a 71,85 e 80,50 centesimi. Invece il minimo e massimo assoluto del bond nei primi (quasi) 4 anni di vita sono stati pari a circa 63,50 e 138 centesimi.
Quindi oggi per acquistare 1.000 euro di nominale servono 742,20 euro, oltre alle commissioni all’intermediario. A questi prezzi, il rendimento effettivo netto annuo a scadenza del titolo è del 5,94% (quasi quanto alcuni investimenti immobiliari).
Per avere un termine di paragone, prendiamo un BTP pari durata residua e vediamo quanto rende. Il titolo con ISIN IT0005363111 scade il 1° settembre 2049, ha cedola lorda al 3,85% e rendimento effettivo netto annuo al 4%. Il BTP prezza infatti 91,40 centesimi. Balza evidente, quindi, il maggior rendimento del titolo rumeno.
Attenzione massima al rischio
Abbiamo esordito dicendo che rischio e rendimento vanno a braccetto, e il bond rumeno non fa eccezione. Le ragioni del ricco rendimento vanno ricercate in più fattori, soprattutto quelle di natura geopolitica. La Romania, infatti, condivide più di 600 km di confine con l’Ucraina.
Morale, questo trentennale potrebbe andar bene solo per chi ha un’elevata propensione al rischio e in pura ottica di diversificazione del portafoglio (non all-in). Durata e duration del bond, inflazione, rischi geopolitici, aumento del debito pubblico (per il flusso di cittadini in fuga dall’Ucraina) richiedono un approccio molto, molto oculato. Morale, il bond sovrano rumeno è sì molto redditizio, ma tutt’altro che adatto a tutti.
I Rating sulle obbligazioni delle Romania sono i seguenti:
SPoor’s BBB- | Moody’s Baa3 | Fitch BBB- | Scope BBB- |