Il rialzo dei rendimenti sui titoli di Stato sta rimescolando le carte sul fronte del reddito fisso. Da un lato costringe anche i principali prodotti concorrenti, buoni postali e conti deposito, a seguirne la scia in termini di interessi offerti. Dall’altro muta di continuo la convenienza verso l’una o l’altra famiglia di prodotti in termini di rapporto tempo-rendimento. Per cui una soluzione relativamente conveniente oggi potrebbe non esserlo più domani.
Tornando ai titoli di Stato, la recente fiammata dei rendimenti dipende ancora (in origine) dall’inflazione. Se questa non scende (forse resterà tra noi più a lungo del previsto) il costo del denaro non potrà rientrare in tempi brevi. Questa situazione influenzerà molte sfere del vivere umano, come i mutui per chi compra casa o le cedole delle obbligazioni.
Al riguardo, se vuoi rendere felici i tuoi soldi e guadagnare il 7% in poco tempo ci sono alcuni bond di durata sotto i 2 anni da prendere in considerazione.
Il Buono del Tesoro poliennale con scadenza il 1° febbraio 2025
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Prendiamo in considerazione il BTP con codice ISIN IT0005386245. Il Tesoro ha emesso quest’obbligazione il 1° ottobre 2019 e ne ha previsto la scadenza per il 1° febbraio 2025. In sostanza si tratta di un titolo che ha meno di 2 anni di vita residua (1,94 per l’esattezza).
Il bond non ha affatto una cedola entusiasmante, anzi è molto striminzita a dire il vero. Essa è pari allo 0,35% annuo lordo, lo 0,30625% netto (ritenuta fiscale del 12,50%). Ogni 6 mesi, quindi, il titolare del titolo riceve lo 0.153125% di interessi netti sul conto corrente. Insomma, davvero poca cosa.
Il vero rendimento del titolo sta tutto nella quotazione sotto cento. Al termine delle contrattazioni di ieri, infatti, il BTP ha chiuso a 93,981 centesimi, mentre tra 2 anni scarsi il Tesoro rimborserà il valore nominale di 100. A questi prezzi, il rendimento lordo oscilla sul 3,64% annuo, mentre quello effettivo netto annuo si attesta al 3,183%. In definitiva il titolo permette di incassare più del 7% lordo complessivo in meno di 2 anni.
Ovviamente vanno conteggiate le commissioni di compravendita del bond, da corrispondere al nostro intermediario.
Se vuoi rendere felici i tuoi soldi e guadagnare il 7% in poco tempo considera i rendimenti sui titoli di Stato
Gli altri strumenti del reddito fisso strettamente concorrenti a questo bond non offrono rendimenti simili a parità di durata residua. Buoni postali e conti deposito, neanche quelli vincolati, hanno bisogno di più tempo per offrire un simile ritorno. Di contro il livello di rischio dell’operazione quasi uguale su tutti e 3 i prodotti (salvi gli opportuni distinguo).
I buoni postali danno il meglio di sé sulle lunghe durate (struttura dei rendimenti del tipo step-up). Cioè premiano il risparmiatore con maggiori interessi all’aumentare del periodo di possesso di un dato buono.
I conti deposito, invece, sono certamente più allettanti sulle linee vincolate rispetto a quelle libere. Tuttavia, oggi sul mercato non s’incontrano intermediari così generosi su simili durate (23 mesi circa). Inoltre sugli interessi attivi la tassazione sale al 26%, contro il 12,50% di ritenuta fiscale applicata su buoni e titoli di Stato.