Una caratteristica dei mercati finanziari sta nel loro essere in eterno movimento. Quello che valeva ieri potrebbe non esserlo più oggi e quello che conviene oggi potrebbe non valerlo più domani.
La chiave del successo sta quindi nello scorgere queste dinamiche e a sfruttarle a proprio favore sia pure con tutte le dovute cautele. In particolare, se vuoi fare l’affare con BTP e titoli di Stato pondera al meglio inflazione e rendimenti di medio-lungo termine.
Come guadagnare sui titoli di Stato
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Gli investitori in titoli di Stato hanno diverse alternative per poter guadagnare. Chi preferisce proteggersi dall’inflazione e in più avere un rendimento minimo garantito, in genere opta per il BTP Italia. Al riguardo, da oggi fino a mercoledì (salvo chiusura anticipata) è in corso il collocamento della 19° emissione.
Chi invece punta tutto sullo scarto di emissione di brevissimo termine sceglie invece i BOT, oggi ritornati molto remunerativi.
I più esperti e propensi al rischio puntano sui titoli in valuta e/o sui movimenti dei prezzi dei bond sul mercato secondario. Cioè mirano alle plusvalenze in conto capitale facendo trading sui titoli (quasi) al pari di quanto si fa sui mercati azionari.
La maggioranza dei risparmiatori opera però nell’ottica del cassettista, cioè compra in emissione e tiene fino a scadenza. Così si garantisce il ritorno del capitale a scadenza e nel frattempo incassa le cedole. Tuttavia, la scelta del timing giusto può fare tanta differenza tra un investimento e un altro.
Vuoi fare l’affare con BTP e titoli di Stato? valuta queste circostanze
Secondo i manuali di finanza, il buon affare sul reddito fisso in generale (titoli di Stato inclusi) avviene specialmente quando:
- lo spread è molto alto rispetto alla sua media storica e il mercato si attende a breve interventi delle Autorità volti a sgonfiarlo. In pratica è quanto avvenuto con l’ultimo Governo Berlusconi a fine 2011;
- il tasso ufficiale BCE è al culmine della stagione dei rialzi, situazione che, secondo Christine Lagarde, forse potrebbe avverarsi a fine estate;
- l’inflazione è ai suoi massimi di periodo e anche in questo caso il trend atteso è il suo rientro. Qui però c’è molta incertezza tra gli analisti circa il quando e sui tempi di rientro effettivo del carovita.
L’ideale sarebbe investire in presenza di tutte e tre le circostanze. In quel caso l’emittente sarebbe costretto a offrire interessi più alti a chi gli presta soldi. Di pari passo aumenta però anche il grado di rischio insito dell’operazione.
I vantaggi dei bond di medio-lungo termine
Oggi i rendimenti sui titoli medio-lunghi sono relativamente interessanti se paragonati al recente passato. Ad esempio nell’estate 2021 quello del BTP a 10 anni sprofondò sotto l’1%. Chi investì in quel tempo porterà a casa, complessivamente, tanto quanto guadagna chi investe oggi a 3 anni circa. Un bella scoppola, insomma.
Oppure pensiamo a chi ha investito in buoni fruttiferi trentennali negli anni Ottanta. Il successivo crollo dell’inflazione dell’epoca premiò alla grande quei risparmiatori. Essi si ritrovarono tra le mani prodotti con alti tassi di interessi mentre l’inflazione era crollata. In soldoni, il rendimento reale era positivo e interessante. Tombola!
Non sappiamo quale sarà il futuro dei mercati, né sul lato dei tassi né su quello dell’inflazione. Tuttavia, se l’inflazione media dei prossimi 10 anni dovesse attestarsi al 2% (obiettivo BCE), allora investire al 4 e passa per cento potrebbe risultare conveniente. Ovviamente nulla toglie che i rendimenti possano salire ancora nel futuro prossimo e quindi i prezzi scendere ulteriormente sul mercato.
Allo stesso modo, quando nei prossimi anni inizierà la stagione dei tagli dei tassi i rendimenti scenderanno e i prezzi risaliranno. A quel punto un risparmiatore potrebbe anche disinvestire anzitempo in guadagno.
Morale, si tratta di operazioni alquanto delicate, a tratti complesse e con un bel grado di rischio insito. Per cui si raccomanda di contare sempre fino a 10 prima di qualunque scelta al riguardo.