In un tempo di rendimenti in salita e di carovita alle stelle, la difesa della liquidità assume i contorni di una sfida del tutto nuova. Il reddito fisso sul breve termine quasi mai riesce a coprire l’erosione del potere d’acquisto. Spesso ne limita i danni ma oltre non riesce a fare. Di contro gli investimenti sul capitale di rischio potrebbero essere la risposta giusta, ma non sempre l’investitore è disposto a percorrerli. Come fare allora?
Il discorso è che rischio e rendimenti vanno a braccetto, cioè si muovono sempre nella stessa direzione. Quando sale l’uno sale l’altro e viceversa, e quasi mai si sfugge a questa legge dei mercati finanziari. Ora, vorresti una rendita del 4% netto per 14 anni anche con pochi soldi sul conto corrente? Vediamo come fare.
Rischi e opportunità degli investimenti a breve e medio-lungo termine
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La conseguenza è che chi meno rischia nella sostanza, invece, si espone a un doppio problema. Se si opta per la liquidità per “restare tranquilli” allora bisogna mettere in preventivo le perdite certe da inflazione e le spese per imposte e tenuta conto. Salvo i casi in cui non si opti per un conto corrente a canone gratuito.
Se invece ci si affida al reddito fisso allora bisogna scindere tra breve e medio-lungo termine. Nel primo caso ci si tutela abbastanza contro le oscillazioni, a volte notevoli, dei prezzi sul mercato secondario. Di contro, come detto sopra, non bisogna nutrire forti aspettative sul tema del voler battere l’inflazione.
L’esatto contrario avviene con gli strumenti a media-lunga scadenza. Ci si espone alle potenziali turbolenze dei mercati finanziari ma si aumentano le probabilità di conseguire, a termine, un rendimento reale neutro o positivo. Del resto il rialzo dei tassi della BCE mira appunto al rientro dell’inflazione nel giro di anni. Laddove la sfida venisse vinta, ecco che anche gli investimenti a distanza (di tempo) sul reddito fisso si rivelerebbero vincenti.
Vorresti una rendita del 4% netto per 14 anni anche con pochi soldi sul conto corrente?
Consideriamo adesso un titolo di Stato con una vita residua relativamente lunga. Il bond ISIN IT0003934657 scade il 1° febbraio 2037 (durata residua: 13,75 anni) e fu emesso nell’estate del lontano 2005. Il MEF decise per questo titolo una cedola lorda annua del 4%, pari all’1,75% netto semestrale (date stacco cedola: 1° febbraio e 1° agosto).
Ad aumentare ulteriormente l’appeal e il rendimento del titolo ci pensa infine l’attuale quotazione di mercato sotto cento. Il titolo scambia stamane sui 94,27 centesimi, ossia servono 942,70 € (più commissioni) per sottoscriverne 1.000 di nominale. Cumulando i due elementi si arriva a un rendimento effettivo netto annuo del 4,05% circa.
Non male, quindi, come guadagno netto medio annuo di lungo termine sul reddito fisso. L’ideale sarebbe quello di investirvi con un notevole grado di fiducia di portare a termine l’investimento, cioè compare e dimenticarselo fino al 2037. In tal modo non ci si esporrebbe ai potenziali rischi dei prezzi sul mercato secondario, tipici dei titoli lunghi.
Ovviamente il discorso vale anche al contrario. Non appena la stagione dei rialzi dei tassi terminerà, infatti, i prezzi dei bond con molto futuro davanti riprenderanno a salire. Specie quelli con una buona cedola nominale annua.