Victoria’s Secret riparte da un cambio nell’assetto societario: L Brands ha ceduto il 55% delle azioni dell’azienda di lingerie Usa al fondo di private equity Sycamore Partners. Victoria’s Secret viene da un periodo difficile dovuto ad accuse di misoginia, abusi mosse dalle top model allo storico chief marketing officer Ed Razek, a chiusura di negozi all’ annullamento dello storico show degli Angeli. Tutta acqua passata. Ora c’è il rilancio e la lingerie di grido delle star vuole ritornare protagonista.
Cosa cambia
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Ogni cambiamento porta una ventata di novità. L Brands manterrà la parte restante della quota di minoranza ma sarà trasformata in una società privata. Non farà parte più della società Wexner, l’uomo che ha consentito a Victoria’s Secret di raggiungere l’apice del successo. Ora Sycamore Partners dovrà dettare le regole e prendere il posto di comando.
Questo fondo è specializzato in investimenti consumer e retail. C’è la necessità di dare uno scossone all’intera azienda per ritornare ai fasti di un tempo. L’azienda di lingerie se vuole continuare a sopravvivere deve ribaltare le proprie sorti, aumentando la componente esperienziale nei negozi e lavorando sulle vendite online.
Va rivista l’intera immagine aziendale: c’è la necessità di seguire una idea di bellezza più in linea con l’inclusività contemporanea. Sulla deblace di Victoria’s Secret pesa il fatto di non essersi adeguata ai cambiamenti sociali.
Gli errori commessi
Il business Victoria’s Secret ha avuto il tonfo proprio perché non in linea con le richieste del mercato. L’astro nascente negli anni ’90 e nella prima decade degli anni Duemila viveva il suo maggior splendore tanto da divenire il primo retailer di lingerie negli Usa. Negli ultimi 4 anni l’effetto che non ti aspetti con i consumatori sempre più lontani da Victoria’s Secret e la fetta di mercato della lingerie che si contraeva: in poco più di tre anni si è passati dal 33% al 24 per cento e sono iniziati i dolori.