Cos’è un’assicurazione? É un contratto per copertura e protezione da un rischio. Un rischio che un evento infausto possa avere un impatto di tipo economico deflagrante sulla vita di qualcuno. Chi fa un’assicurazione? Chi vuole proteggersi. Qualcuno che vuole avere una maggior sicurezza dagli imprevisti della vita. Ma un’assicurazione può servire anche come investimento? Sì e no. Ma più no che sì. Vi spieghiamo perché non conviene investire in assicurazioni.
In una ipotetica, ma veritiera, definizione di investimento sui mercati finanziari manca qualcosa. In riferimento alle assicurazioni, ovviamente. Mancano le parole protezione, copertura, sicurezza, garanzia. E assicurazione, chiaramente. Sui mercati si parla invece di rischio. E di rendimenti potenziali. Mai di rendimento certo. Che non può esistere per definizione sia di mercato che di investimento.
Investire significa mettere i propri soldi, il proprio denaro in strumenti che possono potenzialmente generare un rendimento nel corso del tempo. Ma senza alcuna garanzia. O promessa di rendimento. Un investitore che abbia capito cosa vuol dire investire ha capito due cose. Ha capito che è estremamente importante il rapporto rischio/rendimento. Ed ha capito che le due variabili sono strettamente correlate. E che quindi può perdere i propri soldi. Se non tutti, almeno una parte di essi. Senza rischio, infatti, non c’è rendimento. Perché non c’è un “premio” per l’investimento fatto.
Vi spieghiamo perché non conviene investire in assicurazioni
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Investimenti ed assicurazioni non vanno d’accordo. I primi accettano il rischio finanziario. Le seconde lo eliminano. E le due cose non possono andare d’accordo. Quindi questo le esclude automaticamente dall’essere una forma di investimento. É piuttosto semplice, se ci si riflette. Ma voi persistete. Ritenete che le assicurazioni, correttamente vi proteggano. E le volete usare, sbagliando, come forma d’investimento. Esiste una qualche forma in cui la cosa sia possibile? Esistono assicurazioni utilizzabili come investimenti. Sì e no. Principalmente perché sono investimenti mascherati da assicurazioni.
Ci sono 3 categorie di polizze che possono fare al caso vostro, con tutti i dubbi del caso. Le polizze miste a gestione separata, le unit linked e le index linked. Le prime investono una parte del premio (non tutto, da cui la gestione separata) in fondi. Fondi distinti dal capitale dell’assicurazione. Questa divisione viene fatta per proteggerli in caso di problemi alla compagnia di assicurazioni. Gli investimenti sono di solito in titoli di Stato. O strumenti equivalenti, comunque a basso rischio.
Unit e index linked
Le unit linked utilizzano parte dei premi investendoli in quote di fondi comuni di investimento. Ed a loro volta investono negli stessi od in altri fondi. Una struttura costosa, fatta di investimenti multipli. E di conseguenti costi multipli. Che sono fatti pagare tutti all’investitore, chiaramente.
Le index linked sono strumenti strutturati. Vale a dire che sono strumenti finanziari composti. Nel caso particolare da titoli obbligazionari e da derivati. Il risultato finale dipende dall’andamento di un indice in cui investe non l’obbligazione, ma il derivato. Si tratta di uno strumento complesso, per cui vale un vecchio adagio. Se non hai capito come funziona, non investirci.
Tiriamo le somme. Conviene investire in assicurazioni o no? Vi spieghiamo perché non conviene investire in assicurazioni. Perché il peso dei costi, a cui abbiamo appena accennato, riduce notevolmente qualunque risultato finale.
E vi lasciamo con una riflessione facile facile in proposito. È meglio investire 5.000 in un prodotto finanziario anche con un interesse basso, ma realistico del 5% (media degli ultimi 20 anni dei titoli obbligazionari) o riaverli tra 25 anni come premio fedeltà, anche se protetti (eventualmente) dall’inflazione? Nel primo caso otterreste 16.931,77 €, di cui 11.931,77 derivanti dagli interessi. Nel secondo caso solo i 5.000 iniziali. Fate vobis.