Vendere e comprare casa in che direzione si va?

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Mercato che vai difficoltà che trovi. Il coronavirus ha messo alle corde tutti, nessuno escluso. Il mercato immobiliare già segnato da una crisi che viene da lontano, subisce ancora di più e si cercano soluzioni. Vendere e comprare casa in che direzione si va?  Le attività di compravendita vanno riprese, anche perché da un sondaggio commissionato da Immobiliare.it chi aveva intenzione di prendere casa lo vorrà fare ancora nonostante i timori per il futuro. Un aiuto in questo periodo di distanziamento sociale viene dalle tecnologie visitando gli immobili in realtà virtuale restando a casa. Si passa poi al contatto con chat e videochiamate con gli agenti immobiliari per approfondire nel merito.

All’acquisto della casa non si rinuncia

Oltre 18mila persone interessate ad acquistare casa hanno risposto ad un sondaggio. Per il 70%, anche se con qualche preoccupazione, ritiene di continuare a cercare casa da acquistare.

Di questi, una buona fetta, ritiene che la situazione non sta avendo alcuna influenza sulla decisione di comprare semmai sfruttando qualcuno che vende a prezzo minore pur di avere soldi liquidi.

Chi sta sfogliando la margherita

Ad essere intimoriti di più nell’acquistare casa sono i genitori che lo fanno per i figli oppure coloro che volevano fare l’investimento sul mattone. Si è più restii poiché si immagina che ci sia una crisi economica alle porte e quindi rischio di indebitarsi di più. Pesa come un macigno la paura: per più della metà la pandemia porterà a una recessione.

Non manca l’ottimismo

Sorprende che il 7% degli intervistati ritiene che dopo questo lockdown ci sia un risveglio dei consumi con un boom dell’economia italiana.

Bisognerà fare i conti con la crisi ma vendere e comprare casa in che direzione si va? Nel comparto residenziale ci sarà un brusco calo. Si ipotizza 50mila operazioni in meno se tutto va bene mentre con burrasca all’orizzonte siamo su 120mila operazioni di compravendita in meno. Questa crisi segnerà ribassi ulteriori tra il 3% e il 10% con una attenuazione del calo solo fra due anni.

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