Italia nel caos? Approfondiamo alcuni argomenti come la variante Omicron, il Codacons e alcuni dati sui contagi
In questi giorni, oltre a dubbi e domande sul 2022 ed al diffondersi di ipotesi diverse, su variabili economiche, come l’inflazione, sono sorte anche alcune polemiche, che hanno coinvolto Draghi ed il Codacons.
Polemiche che riguardano da vicino la variante Omicron ed i dati sui morti per Covid.
Ma cos’hanno a che fare il Codacons e Draghi con la variante Omicron?
E perché certi dati sui contagi sono decisamente controversi?
In questo articolo cerchiamo di dare una spiegazione a quanto successo.
Variante Omicron, Codacons e dati sui contagi
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Alcuni giorni fa, il Presidente del Consiglio, nell’ambito di una conferenza stampa, ha dichiarato che i morti da contagio per Covid sono maggiori tra i non vaccinati.
Il Codacons è andato a controllare alcuni dati e, sulla base di un report relativo al mese di novembre, ha invece ritenuto che tale affermazione fosse erronea.
Anzi, parrebbe che i dati siano diametralmente opposti a quanto dichiarato da Draghi, secondo il Codacons. Circa un 44% di morti per Covid tra i vaccinati ed il restante 56 tra non vaccinati quanto dichiarato da Draghi.
Per il Codacons il dato è esattamente l’opposto.
Di qui addirittura una minaccia di denuncia nei confronti del Presidente del Consiglio.
Come si spiegano certi dati?
In effetti i dati del report, relativo a novembre, cui si riferisce il Codacons, sarebbero quelli dichiarati dal medesimo Comitato.
Ma questo non implica necessariamente che i vaccini non abbiano una loro efficacia.
Dobbiamo quindi domandarci per quale motivo risultano maggiori morti tra i vaccinati in quel report.
La circostanza è stata spiegata da taluni esperti ricorrendo al concetto di paradosso.
Dal momento che la maggior parte della popolazione è vaccinata, anche la percentuale di morti tende ad essere maggiore tra i vaccinati.
Ha senso un confronto tra vaccinati e non vaccinati?
In tale querelle, a modesto avviso di chi scrive non ha senso un confronto tra percentuale di morti vaccinati e non.
Proprio perché, se anche tutta la popolazione fosse vaccinata, l’efficacia del vaccino non si estrinseca nel valutare quanti morti in più o in meno vi siano tra i vaccinati rispetto a chi non vaccinato, ma se vi siano dei morti e quanti.
In tal modo, a prescindere dal confronto tra le diverse percentuali di morti, il dato che comunque conta è il seguente.
I morti vaccinati sono stati, nel mese di novembre, circa 1400, e la maggior parte rientra tra coloro che hanno ricevuto due dosi.
Solo una parte decisamente minoritaria di decessi figura tra coloro che hanno ricevuto solo una dose o una terza dose.
Ma anche tali numeri potrebbero soffrire lo stesso tipo di paradosso statistico già evidenziato.
Proprio perché la maggior parte dei vaccinati appartiene a chi ha ricevuto un determinato numero di dosi, è naturale che vi sia una maggior percentuale in quella determinata tipologia di vaccinati.
Cosa conta realmente
Quel che realmente conta riguarda la questione se il vaccino escluda o meno contagi e morti.
Una risposta ottimale richiederebbe un’efficacia del vaccino del 100%, ossia tale da escludere anche un solo contagio o decesso.
Ma nessun vaccino la possiede.
Ed anche nei confronti del Covid va chiarito che una vaccinazione, anche con tre dosi, non esclude né il contagio, né il decesso.
L’efficacia vaccinale si estrinseca però ugualmente, consistendo nel diminuire le probabilità di contagio e di esiti gravi e fatali, ma senza poterli escludere.
In altri termini, anche qualora l’intera popolazione fosse vaccinata, vi sarebbero comunque contagiati e morti, anche se in misura inferiore a quel che succederebbe senza.
Anche se i dati relativi all’attuale indice di contagio indica che vi sono comunque troppi contagi, anche tra i vaccinati.
L’effetto sui mercati e rischio caos
Chiariti quindi alcuni aspetti sui numeri della pandemia, quanto ai mercati va detto che la maggior contagiosità della variante Omicron potrebbe aver convinto i mercati di una diffusione tale, da rendere probabile un effetto immunità di gregge conseguente allo stesso virus, a prescindere dall’efficacia dei vaccini.
Pertanto i mercati, che tendono più ad anticipare l’economia, che a seguirla, confidano in una possibile fine della pandemia, ed anche per questo motivo continuano nella loro tendenza rialzista di fondo.
Intanto, però, si potrebbe rischiare il caos, dovuto al notevole incremento del numero di contagi.
Una problematica conseguente a tale situazione riguarda infatti la quarantena, con il rischio che ci finisca un numero tale di persone, da comportare il blocco del Paese. Diversa è infatti una misura di lockdown programmato, con le eccezioni appunto necessarie a far funzionare il Paese.
Non a caso si sta elaborando un’ipotesi di mini quarantena, proprio per evitare tale rischio.
Inoltre il numero rilevante di contagi ha indotto molte persone a disdettare cene ed altre occasioni conviviali, circostanza che si somma alle chiusure di locali ed alla cancellazione di eventi.
In conclusione, è quindi evidente che un effetto caos lo si stia già vivendo (basti considerare le code per i tamponi), e si è intenzionati ad evitare il peggio, ma i mercati guardano oltre, confidando nell’ipotesi che la fine della pandemia sia prossima o quanto meno che presto ci si possa convivere più agevolmente.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT”