Nudging è un termine che si rifà alla psicologia comportamentale, e non è un caso che lo strumento venga usato (anche) verso i risparmiatori.
Stiamo assistendo ad un momento molto dinamico nel comparto finanziario, anzi potremmo dire rivoluzionario; in effetti, si stanno ridisegnando gli equilibri economici a livello globale e questi cambiamenti incidono a cascata su tutti, compresi i piccoli risparmiatori. Che magari preferirebbero di buon grado tenere i propri soldi da una parte per usarli in caso di necessità.
La “finanza comportamentale” non è certo un fenomeno moderno. La mente umana reagisce agli eventi secondo degli schemi che si ripetono, indipendentemente dall’epoca/situazione in cui si trova. I meccanismi mentali sono anche facilmente prevedibili, e c’è chi se ne approfitta: basti pensare al marketing e alle pubblicità tanto per dirne un paio. Ciò avviene, naturalmente, anche nel comparto finanziario, ma conoscendo i cosiddetti “bias” si può ovviare, riportando l’ago della bilancia a proprio vantaggio.
Quali sono gli errori che facciamo nei confronti del denaro e del risparmio?
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Sono numerosissimi gli studi che dimostrano quanto sia “fragile” la nostra mente di fronte agli eventi, di ogni genere. Sintetizzando, possiamo comprenderne meglio il funzionamento accettando il fatto che il cervello è “addestrato” (per sopravvivenza) a trovare la soluzione più efficace il più velocemente possibile, e senza troppo spreco di energie. Questo accade ovviamente anche col denaro. Gli “errori” più comuni che fa l’essere umano possono essere sostanzialmente suddivisi in tre macro categorie:
- overconfidence: la troppa fiducia in sé stessi o la scarsa stima delle proprie abilità possono indurre in errore. Successi o perdite hanno sempre un “colpevole”, e solitamente si tratta di terzi.
- bias della conferma: quando si è convinti di aver fatto la scelta giusta, si cercano conferme all’esterno, e si notano solamente fatti inerenti al proprio successo. Il problema è che si rischia di non considerare visioni/opzioni alternative, riducendo di fatto le possibilità di fare meglio.
- stereotipi e fretta: spesso l’essere umano tende a prendere decisioni sul momento, senza approfondire, accedendo a stereotipi o concetti assodati. Vedi gli acquisiti compulsivi o sull’onda di un’offerta che fanno pensare di aver fatto “l’affare della vita”.
Tutti questi comportamenti esulano dal carattere, cultura, storia personale, esperienza, intelligenza o ricchezza del soggetto. Sono meccanismi che avvengono senza che la parte razionale se ne accorga, o quasi. Ma lavorandoci su, si possono sfruttare i medesimi meccanismi per invertire la rotta e non cadere in trappola.
Cos’è il nudging

Il nudging rende più popolari scelte che altrimenti sarebbero percepite come violazioni
Tecnicamente, il nudging è un sistema utilizzato per orientare le scelte dei consumatori/investitori. È un modo “gentile” di convincere le persone a prendere una scelta piuttosto che un’altra. Accade continuamente in realtà, basti pensare alle iniziative volte a fari diventare i cittadini più virtuosi: lotta allo spreco alimentare ed energetico, pillole di educazione civica, impronta sull’ambiente…
Accade anche con la finanza, e dunque nel contesto specifico del momento che stiamo vivendo, con le varie proposte che spuntano per impiegare i risparmi dei cittadini UE: bond di guerra, il “modello svedese”, le agevolazioni fiscali per chi decide di investire in Difesa…. Si tratta di opzioni meno aggressive del “prelievo forzoso in banca” e dunque più accettabili psicologicamente.
Sia chiaro, non è che i prodotti finanziari che vengono proposti sono necessariamente infruttuosi, ma non è detto che siano adatti a tutti i risparmiatori. Soprattutto in un momento come quello attuale dove lo scarso potere d’acquisto non incentiva a smuovere i (sudati) risparmi. Ma dunque, che fare? Secondo gli esperti, è possibile attuare 3 piccole strategie per prendere la decisione giusta e raggiungere gli obiettivi desiderati.
3 modi per gestire il tuo denaro in modo efficace, per quello che ti serve davvero
Ogni risparmiatore ha esigenze diverse, e questo è ovvio, solo che spesso l’investitore tende a effettuare scelte “conformi”. Il primo passo per gestire al meglio la complessità (nel senso che è ampia, non difficile) della gestione del denaro, è suddividerla in “scomparti”.
Ad esempio, si possono creare delle strategie diverse per ogni obiettivo da raggiungere: un piccolo deposito per la pensione, un altro per ovviare alle spese improvvise/vacanze/svago e un altro ancora per ottenere delle rendite passive nel breve o lungo periodo.
Fondamentale è darsi un arco di riferimento temporale per il raggiungimento degli obiettivi; può essere di 3, 5, 10 o 20 anni. In questo modo si scartano le opzioni che non sono adatte. Inoltre, è sempre bene aspettarsi delle piccole perdite lungo il percorso. Accettarlo, significa non prendere decisioni sbagliate sull’onda dell’emotività.
Infine, ma non da ultimo, combattere il desiderio di procrastinare, soprattutto se non si intravedono difficoltà del momentum. Investire/risparmiare non significa solamente creare un ombrello per i momenti difficili, ma anche e soprattutto migliorare il proprio status e benessere economico.