Mentre l’istituto bancario occupa le prime pagine dei giornali finanziari e non solo per la questione dello stipendio di Orcel, dal grafico arrivano notizie non proprio confortanti per chi volesse puntare sul suo rialzo. Tuttavia, la situazione rimane molto incerta. Infatti, Unicredit potrebbe essere sul punto di partire per un forte movimento direzionale. Per non restare scottati, quindi, sarebbe molto importante capire da che parte si potrebbero muovere le quotazioni.
Unicredit potrebbe essere sul punto di partire per un forte movimento direzionale: in quale direzione? Le indicazioni dell’analisi grafica
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Il titolo Unicredit (MIL:UCG) ha chiuso la seduta del 2 marzo in ribasso dell’1,25% rispetto alla seduta precedente, a quota 18,636 €.
Situazione molto incerta dal punto di vista grafico. Come si vede, infatti, le medie sono appiattite e, almeno per il momento, non riescono a dare alcuna utile indicazione per capire le futura direzione delle quotazioni.
L’unico aspetto positivo per i rialzisti è che le ultime due sedute, che hanno visto le quotazioni al ribasso, sono state caratterizzate da volumi in discesa.
Una forte indicazione rialzista potrebbe arrivare da una chiusura giornaliera superiore a 20 €.
La valutazione del titolo
Qualche giorno fa avevamo riportato il giudizio positivo di Jefferies e le conseguenze positive sul titolo. Adesso diamo una visione un po’ più generale sulla valutazione di Unicredit utilizzando i multipli di mercato.
Qualunque sia l’indicatore utilizzato le azioni Unicredit risultano essere sottovalutate. Ad esempio, in termini di rapporto prezzo/utili Unicreditpresenta una sottovalutazione di oltre il 50%. Il risultato non cambia se si estende il confronto a tutto il settore europeo. Se, infatti, la media del PE è 9,9, il PE di Unicredit è pari a 5,6. Questo quadro di forte sottovalutazione è confermato anche dal Price to Book ratio che indica una sottovalutazione di oltre il 60%.
Sottovalutazione confermata, anche se in tono minore, dal fair value calcolato con il metodo del discounted cash flow. In questo caso, infatti, il titolo risulta essere sottovalutato di circa il 20%.
Infine, secondo il giudizio degli analisti il prezzo obiettivo esprime una sottovalutazione di circa il 20%.