Pagare le tasse è un dovere per ogni cittadino. Per quanto antipatico possa sembrare, questo obbligo costituisce una garanzia e un beneficio anche per chi si sente tartassato dall’Erario. Attraverso l’imposizione fiscale, infatti, lo Stato finanzia i servizi resi ai cittadini. Sanità, istruzione e difesa sono solo alcuni esempi dei vantaggi che tutti i cittadini traggono dalle entrate pubbliche. L’Agenzia delle Entrate è l’Ente che si occupa di effettuate verifiche ed accertamenti sui tributi dovuti e versati dai contribuenti.
Attraverso le indagini degli 007 del Fisco è possibile far emergere somme indebitamente sottratte alla collettività. L’evasione fiscale costituisce una vera a propria piaga per il nostro Paese. Oltre a rallentarne lo sviluppo, gli evasori minano il principio di equità. In altre parole, ogni euro evaso obbliga i contribuenti onesti ad una tassazione più elevata. In questo articolo analizzeremo una sentenza che potrebbe cambiare l’importo delle tasse per migliaia di italiani.
Gli studi di settore
Tra gli strumenti di contrasto all’evasione più discussi e criticati ci sono certamente gli studi di settore. La Legge 427/1993 ha infatti introdotto un meccanismo per stimare il reddito di professionisti ed imprese. Il Fisco raccoglie quindi sistematicamente dati in merito al reddito dei titolari di partita IVA attivi nei vari settori economici. Sulla base di un’analisi statistica di questi dati e di un confronto con i redditi dichiarati sono quindi possibili verifiche puntuali.
In altre parole, se un imprenditore dichiarasse un reddito molto più basso della media desterebbe immediati sospetti. L’Agenzia delle Entrate potrebbe quindi procedere a verifiche attente per approfondire le anomalie riscontrate. Non rientrare negli studi di settore non significa automaticamente essere degli evasori. Il lavoro autonomo è infatti caratterizzato da un’imprevedibilità dei ritorni economici. Il contribuente potrà quindi provare la veridicità della propria dichiarazione dei redditi ed evitare sanzioni. Al contempo, alcune spese potrebbero far aumentare i sospetti di scarsa correttezza fiscale.
Una sentenza che potrebbe cambiare l’importo delle tasse per migliaia di italiani
Abbiamo visto che gli studi di settore si basano su dati raccolti costantemente dall’Agenzia delle Entrate. I contesti economici, infatti, cambiano rapidamente e con essi anche i redditi degli imprenditori. Insomma, un parametro anomalo per un determinato periodo fiscale può diventare assolutamente coerente l’anno successivo. E viceversa. Grazie al continuo affinamento degli strumenti a disposizione dell’Erario. La Corte di Cassazione ha ribadito questo principio nella sentenza 1290/2021 depositata pochi giorni fa.
Per i giudici è quindi possibile l’applicazione retroattiva degli strumenti di analisi fiscale più recenti. Questo perché il costante miglioramento delle tecniche di rilevazione delle anomalie costituisce un vantaggio per tutti. Lo Stato può infatti contrastare più efficacemente l’evasione. I contribuenti possono contare sulle maggiori tutele di un sistema in grado di rilevare anche i comportamenti virtuosi. Insomma, una sentenza che potrebbe cambiare l’importo delle tasse per migliaia di italiani soggetti a verifiche fiscali.