Sentiamo tanto parlare dei cambiamenti climatici, assistiamo a eventi catastrofici e non sappiamo come reagire. Poi basta un episodio nel nostro orto per farci sentire a pieno la portata che sta avendo questa rivoluzione naturale di cui siamo responsabili.
Una seconda fioritura dei castagni a settembre è un evento che avrebbe una certa rilevanza da diversi punti di vista. Il CNR ha registrato questa particolarità in diverse parti della penisola mettendo in chiaro quali potrebbero essere le conseguenze. Non sarebbero positive. Caldo e siccità alternati ad abbondanti piogge hanno portato queste piante a fiorire una seconda volta dopo quella prevista a giugno.
La fioritura settembrina sarebbe deleteria per le piante che non produrrebbero altro raccolto. Ma vedrebbero assottigliarsi pericolosamente le risorse con cui si tengono in vita per essere prolifere nell’anno successivo. Il periodo di sonno di fiori e piante sarebbe importantissimo. Svegliare il letargo consumerebbe le riserve vitali per una fioritura inutile. E questo non dovrebbe accadere.
La terra, la pioggia e la siccità
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Una seconda fioritura avrebbe effetti catastrofici per le piante e siccome questa circostanza deriva dalle condizioni climatiche i rimedi non sarebbero tanti. A parte prenderci cura dell’ambiente per evitare situazioni spiacevoli, assecondare la coltivazione potrebbe essere l’impegno maggiore.
Il castagno dovrebbe essere piantato rispettando una distanza di 7 metri tra le piante, su pendii inclinati nella maniera giusta. Se l’inclinazione non è corretta, la produzione potrebbe essere misera. I terreni, poi, devono essere acidi ma privi di calcare.
Per quanto riguarda le piogge, cioè elemento che più di tutti incide sulla seconda fioritura, le precipitazioni dovrebbero essere di 700 mm annuali ma ripartite nei vari mesi.
I terreni italiani sono ottimi per questo tipo di piante. L’allarme lanciato è risuonato molto forte perché si tratta di una delle coltivazioni più pregiate e adatte al clima del Mediterraneo.
Un prodotto che arricchisce le tavole
Si parla sempre dei trucchi per sbucciare le castagne e delle regole da seguire per fare in modo che l’alimento si mantenga intatto. Una seconda fioritura avrebbe effetti catastrofici ma lo avrebbero anche altre situazioni limite che stanno riguardando coltivazioni fondamentali. Soprattutto per quanto riguarda frutteti, quindi pesche e albicocche, ma anche le vigne.
Per mantenere intatte le castagne e far arrivare in tavola un prodotto di qualità dovremmo seguire i consigli che le nostre famiglie ci hanno tramandato. Il problema sarebbe l’umidità.
Non tutti sanno che uno dei rimedi più diffusi per non far seccare le castagne è quello di inciderle, riporle dentro ai sacchetti del freezer e poi congelarle. Le castagne fresche potrebbero mantenersi in frigorifero anche per un mese dopo la raccolta. Quindi, nel freezer possiamo conservarle per periodi ancora più lunghi senza che si rovinino. Inoltre, dovremmo occuparci delle larve.
Una seconda fioritura avrebbe effetti catastrofici anche se alcuni dati sono positivi
In Italia possiamo considerare le castagne come un alimento portante della dieta mediterranea. Lo dimostrano i dati FAO che stabilivano nel 1997 una resa di 29 tonnellate per ettaro nel nostro territorio. Un dato che da allora è sempre cresciuto fino ad arrivare alle 35 tonnellate del 2020. Un bilancio decisamente positivo.