Ieri per una mezza giornata le Borse europee si sono illuse di potere mettere alle spalle la brutta seduta di mercoledì. In particolare Piazza Affari si è illusa più di tutte, perché dopo un avvio prudente a metà seduta l’indice maggiore di Piazza Affari stava guadagnando l’1%. Purtroppo la speranza è durata l’espace d’un matin, infatti nel primo pomeriggio i prezzi hanno preso la via del ribasso. Due fattori hanno spinto ieri la Borsa di Milano a salire.
Guerra, inflazione e pandemia rimangono i tre pesi che stanno impiombando i mercati azionari. Le minute dell’ultimo incontro della FED hanno lasciato capire che la banca USA potrebbe aumentare i tassi dello 0,5% nella prossima riunione. La guerra in Ucraina si sta avvitando su sé stessa e la resistenza dell’esercito ucraino allontana la possibilità di un negoziato. Infine la pandemia, che molti stanno dimenticando ma che sta colpendo duro in Cina e anche vicino a noi. Nel Regno Unito negli ultimi giorni c’è stato un picco dei contagi.
In questo scenario negativo si stanno muovendo i listini europei, che ieri dopo un prima parte della seduta promettente, hanno chiuso ancora in ribasso. Il calo è stato inferiore al punto percentuale, ma ancora una volta mostra l’attuale debolezza dei listini.
Una possibile opa accende Piazza Affari e potrebbe mandare i prezzi di un titolo in orbita
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Ieri Piazza Affari a metà seduta era in rialzo dell’1%, anche se poi il Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB) ha chiuso in calo dello 0,6%. Gli acquisti di ricopertura dei titoli venduti mercoledì allo scoperto e i soldi piovuti su Atlantia e Telecom, hanno spinto l’indice di Piazza Affari. La corsa è durata poco e il Ftse Mib al termine ha chiuso a 24.300 punti, a ridosso del supporto di 24.200 punti. Questo livello sarà da tenere sotto osservazione nella seduta di oggi. La sua violazione al ribasso potrebbe spingere la Borsa di Milano a scendere fino a 23.595 punti. A questo livello chiuderebbe il gap rialzista aperto nella seduta del 16 marzo.
Ieri il rimbalzo dei prezzi si è fermato a 24.900 punti. Solamente una chiusura sopra i 25.000 punti potrebbe fare sperare in un recupero dei prezzi nella prossima settimana.
Una possibile opa accende Piazza Affari e manda alle stelle Atlantia che ieri è balzata in un listino in calo. L’interessamento della società spagnola ACS per l’acquisizione della società, ha fatto schizzare in alto i prezzi in avvio di seduta. I Benetton, che controllano Atlantia, hanno risposto che non intendono aderire a nessuna offerta e che sono pronti a difendersi. Questo scontro potrebbe scatenare una lotta per il controllo della società e mandare in orbita i prezzi del titolo. Ecco perché ieri l’azione, che ha chiuso a 20,3 euro, è arrivata a guadagnare il 10%, per chiudere in rialzo del 6,7%.
Le possibili mosse del titolo per la seduta di oggi
Il titolo è in rialzo da un mese esatto. Ieri l’azione ha toccato un massimo a 21 euro, ma il massimo storico è 28,61 centesimi, toccato nel 2017. Gli strappi rialzisti del prezzo potrebbero continuare fino a questo livello. Infatti in caso di offerta pubblica di acquisto il prezzo potrebbe avvicinarsi a questa quotazione. Il superamento dei 21 euro potrebbe spingere Atlantia fino al primo target di 23 euro. Al ribasso il ritorno sotto 20 euro potrebbe riportare i prezzi a 19 euro.
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