Per chi abita in un palazzo avere un balcone di pertinenza è una piccola fortuna, soprattutto d’estate. Infatti, anche se di pochi metri quadri, questo si può trasformare in un piccolo giardino privato, dove poter soggiornare per godersi l’aria aperta.
A compiere questa piccola magia sarebbero proprio le piante che, tra foglie e fiori, creano macchie di colore e portano frescura. Per completare, poi, non dovrebbe mancare il giusto arredamento, come un tavolino e qualche sedia o un angolo sofà, impreziosito da lucine e lanterne.
Spostare parte della propria vita domestica in balcone, però, significa anche esporsi allo sguardo degli altri condomini e dei passanti che, curiosi, potrebbero gettare uno sguardo furtivo.
Per questo potrebbe essere utile schermarsi e, non volendo usare i classici pannelli frangivista o il canniccio, potremmo optare proprio per le piante.
Ad esempio, per coprire la ringhiera potremmo usare una sempreverde cascante, i cui rami andrebbero a creare una barriera bassa impenetrabile.
Per schermare le parti più alte, invece, potremmo servirci di un rampicante, come quello che scopriremo nell’articolo di oggi.
Una pianta per avere privacy in balcone eliminando i frangivista
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Questa pianta ideale da far arrampicare sui classici vasi dotati di graticcio, perfetti per schermare il balcone, sarebbe originaria del Giappone. Il suo nome, infatti, è caprifoglio o lonicera giapponese.
Si tratterebbe di una sempreverde dotata di rami sottili fittamente rivestiti di foglie lunghe, ovali e di un verde chiaro brillante.
A queste, poi, durante tutto il periodo estivo, si alternerebbero dei fiori con petali lunghi e scomposti, solitamente di colore bianco o giallo crema.
Coltivazione ordinaria
Quindi, ecco quale potrebbe essere una pianta per avere privacy in balcone, alternativa ai soliti pannelli frangivista.
Tuttavia, il caprifoglio giapponese non sarebbe apprezzato solo per l’ottima schermatura che creerebbe o per la sua bella fioritura, ma anche per la facilità di coltivazione.
Innanzitutto, dovremmo piantarlo all’interno di un vaso profondo per farlo crescere stabile.
Per quanto riguarda il terriccio ne andrebbe bene uno comune. Tuttavia, dovremmo renderlo più morbido miscelandolo alla sabbia e più drenante miscelandolo a perlite o argilla espansa.
Per quanto riguarda l’esposizione, invece, il caprifoglio giapponese si dimostrerebbe una pianta molto resistente al caldo e al freddo. Nonostante ciò, non disdegnerebbe un habitat ombreggiato a patto di ricevere sempre qualche ora di Sole diretto.
Infine, anche se siamo di fronte a una pianta resistente, dovremmo fare attenzione all’innaffiatura. Il caprifoglio giapponese non avrebbe bisogno di essere bagnato frequentemente.
In particolare, tra un’innaffiata e l’altra dovremmo aspettare che il terriccio si secchi per poi versare abbondante acqua.
Coltivazione straordinaria
Per completare, il caprifoglio giapponese andrebbe potato durante il periodo invernale, eliminando rami secchi e ridando una forma aggraziata alla pianta.
La concimazione, invece, andrebbe effettuata ogni 4 mesi e per farlo potremmo utilizzare un concime granulare a rilascio lento.
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