Una pensione deludente per chi sceglie i 65 anni per dire basta al lavoro

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Una via spesso intrapresa dai lavoratori che decidono di andare in pensione è quella di farsi accompagnare da indennità e ammortizzatori sociali. E ciò che capita per esempio a chi sceglie l’APE sociale a partire dai 63 anni di età. Ma è anche la via intrapresa da chi una volta arrivato a 65 anni di età sceglie di passare due anni in disoccupazione, attendendo così di arrivare a 67 anni. Molti però non considerano i rischi che la NASPI produce sull’importo della pensione. Anche perché di fatto è una pensione deludente per chi sceglie i 65 anni quella che viene percepita. E molti non sanno il perché.

Una pensione deludente per chi opta per la NASPI negli ultimi due anni

Un lavoratore può decidere di aspettare di compiere i 67 anni di età non lavorando più per poi andare in pensione una volta raggiunta l’età prevista. Un tipico ed eloquente esempio può essere chi compie 65 anni di età e si trova con 30 anni di contributi versati. Oggi non esiste una prestazione che consente il pensionamento con 65 anni di età e 30 anni di contributi versati. L’unica via è l’APE sociale, ma per poterla centrare serve essere disoccupati, invalidi o caregivers. Il lavoratore però si trova a poter scegliere una via alternativa a quella di continuare a lavorare fino ai 67 anni di età. Infatti se il datore di lavoro lo licenzia, può godere di due anni di NASPI. Lo stesso può riguardare lavoratori con 62 anni di età e 20 anni di contributi che puntano alla pensione anticipata contributiva.

La quota retributiva cala notevolmente con la NASPI

Mettersi a riposo senza aver raggiunto l’età pensionabile e farlo due anni prima è ciò che consente l’utilizzo dell’indennità per disoccupati INPS, come veicolo di accompagnamento alla pensione di vecchiaia. Ma può essere un veicolo di accompagnamento anche alle pensioni anticipate. Tutto dipende dalla carriera del lavoratore. Bisogna sapere però che a fronte di un riposo anticipato e quindi di un assegno di accompagnamento alla pensione senza lavorare, si rischia una pensione deludente per chi sceglie questa via. I due anni di NASPI infatti sono coperti da contribuzione figurativa e quindi sono perfettamente utili sia alla misura che al calcolo della pensione.
Ma incidono in maniera negativa sulla quota retributiva della prestazione. Infatti chi ha iniziano a lavorare prima del 1996 ha diritto al calcolo misto della prestazione. In parte calcolata col sistema retributivo ed in parte calcolare col sistema contributivo. Ma mentre quest’ultimo non varia con la NASPI perché i contributi versati finiscono nel montante contributivo, ciò che varia è la quota retributiva. Infatti con questa quota la pensione viene calcolata in base alle retribuzioni degli ultimi cinque o degli ultimi dieci anni di carriera. Ed essendo la NASPI più bassa dello stipendio medio percepito è inevitabile che vada ad incidere negativamente sul calcolo dell’assegno pensionistico.

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