Una brutta notizia per i conti correnti, le banche e i mutui che adesso corrono questo pericoloso rischio

Una brutta notizia per i conti correnti

Nel weekend dell’1 e 2 aprile è arrivata una cattiva notizia che riguarda le tasche degli italiani. Questa notizia potrebbe avere effetti negativi anche sui risparmiatori, sui mutuatari e anche sui correntisti, perché potrebbe mettere in crisi alcune banche.

Di cosa si tratta e perché interessa i risparmiatori italiani? L’OPEC Plus ha deciso di tagliare la produzione di petrolio. L’OPEC è l’organizzazione dei principali Paesi produttori di greggio. Nell’ultima riunione la maggioranza dei membri ha stabilito di ridurre la produzione di oltre un milione di barili al giorno a partire da maggio. Nella giornata successiva all’annuncio il prezzo del greggio è salito di oltre il 5%.

Una brutta notizia per i conti correnti delle banche che hanno titoli di Stato in portafoglio

La decisione dell’OPEC farà salire il prezzo dell’oro nero anche nelle prossime settimane. Il petrolio più caro farà salire il prezzo dei carburanti, quindi il costo dei trasporti e in definitiva dei prezzi alla produzione, che si scaricheranno sui prezzi al consumo. E questo scenario avrà ripercussioni sull’inflazione e a cascata sui tassi di interesse e sul debito pubblico.

Il nuovo aumento del greggio potrebbe innescare una ulteriore spirale rialzista dell’energia e dell’inflazione in Europa. La BCE potrebbe essere costretta a un nuovo aumento dei tassi di interesse dello 0,5% a maggio che potrebbe avere conseguenze negative per le banche e i risparmiatori italiani. Infatti un ulteriore aumento dei tassi potrebbe deprezzare ulteriormente i titoli obbligazionari a tasso fisso in portafoglio a banche e privati risparmiatori.

Mutui sempre più cari e debito pubblico dell’Italia a rischio

L’aumento dei tassi potrebbe essere una brutta notizia per i conti correnti bancari. Infatti le banche che hanno in portafoglio titoli di Stato, potrebbe subire ulteriori perdite e questo potrebbe mettere a rischio la stabilità dell’istituto. È quanto accaduto alla californiana SV Bank e alle altre banche fallite in USA nell’ultimo mese.

Ma le conseguenze di un rialzo dei tassi potrebbero essere anche altre.
Ad esempio, l’aumento dei tassi d’interesse potrebbe aggravare il debito pubblico italiano. Con tassi più alti, l’Italia dovrà pagare più interessi sulle emissioni obbligazionarie governative. Così potrebbe aumentare lo spread tra i titoli italiani e quelli tedeschi incrementando ulteriormente la spesa per interessi dello Stato.

Inoltre, ci saranno ricadute sul mercato dei finanziamenti: i mutui a tasso variabile diventeranno più costosi e accendere un mutuo sarà più oneroso. Anche il settore dei crediti al consumo soffrirà. La crescita economica italiana potrebbe rallentare a causa della contrazione dei consumi e degli investimenti delle imprese.

Le soluzioni contro l’aumento dei tassi di interesse

I risparmiatori possono adottare alcune soluzioni di emergenza per proteggersi dalle conseguenze di un ulteriore aumento del costo del denaro. Chi ha titoli di Stato a tasso fisso dovrebbero mantenere la calma e non vendere le
obbligazioni
. Mantenendole fino alla scadenza non si incorrerà in nessuna perdita. Chi ha depositi sui conti correnti
inferiori a 100.000 euro non corre alcun rischio, ma è consigliabile mantenere il minimo indispensabile sul conto.

Infine per i possessori di un mutuo a tasso fisso, le opzioni includono la rinegoziazione, la surroga o la sostituzione. Per i nuovi mutui, una soluzione di un tasso variabile con Cap potrebbe essere la scelta migliore.

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