Continuano gli scambi di accuse tra USA e Russia. In particolare per la questione del grano o, per meglio dire, la guerra del grano. Infatti da un lato c’è il Segretario di Stato americano Anthony Blinken che accusa Mosca di essere la principale responsabile del blocco dell’export. Infatti, stando alle considerazioni del diplomatico, le sanzioni non riguarderebbero i generi alimentari né i fertilizzanti e tanto meno i trasporti marittimi.
Da parte sua, invece, il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov da tempo ricorda che per avviare le operazioni di export è necessario che Kiev si adoperi per sminare i porti. Non solo ma sempre dal ministero recentemente si rincarata la dose proprio in occasione della crisi scoppiata per l’exclave russa di Kiliningrad. Infatti, secondo le dichiarazioni rilasciate, il divieto di transito deciso dalla Lituania, in realtà, sarebbe stato adottato dietro richiesta di Washington.
Un vero e proprio vaso di Pandora all’interno dell’Unione Europea rischia di aprirsi con la domanda di adesione di Kiev
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Intanto la richiesta di adesione all’UE da parte dell’Ucraina e della Moldavia ha riaperto le tante e spesso nascoste crepe all’interno dei membri dell’Unione. Ma anche degli aspiranti tali. Infatti la velocità con cui l’iter per favorire l’entrata di Kiev e di Chișinău nel club ha fatto pensare ad un trattamento di favore. Soprattutto considerando che entrambe le Nazioni devono ancora iniziare una serie di numerose riforme che, nei fatti, dovrebbero avvicinarle agli standard europei.
Questa, in sintesi, la critica rivolta da alcuni Paesi come Albania, Macedonia del Nord, Serbia, Kosovo, Bosnia-Erzegovina e Montenegro. In particolare Tirana lamenta una richiesta fatta nel 2016 e alla quale non c’è stata alcuna risposta. Ma in realtà, quello citato, è un gruppo di Nazioni le cui domande di adesioni giacciono ormai da anni nei cassetti degli uffici europei.
Una sorta di corsia preferenziale che ha aperto un vero e proprio vaso di Pandora all’interno dell’Unione. Vaso di Pandora che potrebbe portare con sé più di una conseguenza. Infatti il veto che ha bloccato più di un iter e che spesso è dettato da interessi della singola Nazione è la regola che più di tutti potrebbe essere cambiata nelle prossime sedute. Anche perché, stando alle osservazioni dei critici, essendo dettata spesso da interessi particolari, rischia di rendere l’intera UE un interlocutore non sempre credibile.
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