Rovistando nelle cantine o nelle soffitte di vecchie case, potrebbe capitare di trovare qualche moneta o banconota in lire. In genere, in questi casi, la prima cosa che si tenta di capire è il loro valore di mercato. Spesso e volentieri, però, si rimane delusi nello scoprire che la maggior parte degli esemplari valgono poco o nulla. Infatti, le vere monete o banconote di valore sono quelle conservate in perfette condizioni ed emesse in pochissimi esemplari. Tuttavia, non è sempre così, come nel caso delle AM-lire, una serie di banconote circolate molto durante la Seconda guerra mondiale e che potrebbero valere una fortuna.
Un po’ di contesto storico
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Ad un mese dallo sbarco in Sicilia, avvenuto tra il 9 e 10 luglio del 1943, l’AMGOT mise in circolazione la cosiddetta “Am-lira”. Questa valuta, emessa parallelamente alla lira, servì agli alleati per aumentare l’inflazione in Italia e mettere in ginocchio il governo fascista.
La prima emissione fu stampata negli Stati Uniti nel 1943, in maniera anche un po’ frettolosa e grossolana, per evitare una possibile fuga di informazioni. Furono emessi tagli da 1 a 1.000 lire dello stesso formato dei dollari che, in poco tempo, furono anche facile preda dei contraffattori e dei falsificatori. In totale gli USA stamparono circa 917,7 milioni di pezzi, che cessarono di essere moneta di occupazione con la proclamazione della Repubblica nel 1946. Tuttavia, continuarono ad essere usate insieme alla lira fino al 1950.
Un vero colpo di fortuna per chi trova queste preziosissime banconote da 1.000 lire che può avere chiunque
Delle 1.000 lire, in particolare, si stamparono circa 103.300.000 pezzi e, rispetto alle banconote di taglio più piccolo, sono considerate molto rare. Sul dritto possiamo notare al centro il valore nominale espresso in cifre “1.000 lire” ed in lettere, sia in italiano che in inglese. In basso, troviamo la scritta “Allied Military Currency”, mentre sui lati compare la scritta “Issued in Italy” che letteralmente vuol dire “rilasciata in Italia”.
Ai 4 angoli della banconota, infine, vi è riportato il valore nominale “1.000”. Sul verso, ritroviamo sempre la scritta “Allied Military Currency”, questa volta riportata al centro, fiancheggiata dalle 4 libertà costituzionali statunitensi:
a) “Freedom of Speech”, ossia libertà di parola;
b) “Freedom of Religion”, ossia libertà di religione;
c) “Freedom from Want”, che letteralmente significa libertà dal bisogno;
d) “Freedom from Fear”, che tradotta vuol dire libertà dalla paura.
Chi dovesse trovare queste banconote da 1.000 lire in vecchi cassetti, scatoloni e portafogli potrebbe avere un vero colpo di fortuna. Infatti, se mantenute in condizioni decenti, in cui sono presenti soltanto delle leggere imperfezioni, esse potrebbero valere più di 500 euro l’una. In stati di conservazione più modeste e con evidenti segni di usura, invece, il valore scende a qualche decina di euro. Tuttavia, dal momento che ai tempi circolarono parecchi falsi, in caso di ritrovamenti, consigliamo di sottoporre l’esemplare alla valutazione di un esperto numismatico.
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Una valanga di quattrini per queste 100 lire che valgono molto più dei diamanti