Lasciare i soldi sul conto corrente ha dei costi reali ma anche dei costi opportunità, ovvero derivanti dai mancati guadagni. Scopriamo quanto si perde ogni anno in mancati guadagni lasciando i soldi sul conto in banca.
Per molte famiglie, il conto corrente rappresenta più di un semplice strumento di pagamento. Secondo le statistiche, i depositi bancari all’inizio del 2023 erano di circa 1.200 miliardi di euro, con un deposito medio di poco inferiore ai 13.000 euro per ogni famiglia italiana. Tuttavia, questi soldi non sono remunerati e sono soggetti a costi reali. Per esempio l’imposta di bollo pari a 34,2 euro all’anno per giacenze medie superiori a 5.000 euro. Oppure i costi commissionali della banca per la gestione del conto corrente.
Come ridurre le spese reali sul conto corrente
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Per ridurre queste spese, è possibile mantenere una giacenza media annua inferiore a 5.000 euro per azzerare il costo dell’imposta di bollo. Per ridurre le commissioni bancarie è possibile verificare se ci sono banche che offrono conti correnti con commissioni più basse. Oggi, grazie alla diffusione dell’home banking, in Italia è possibile ottenere conti correnti a costo zero.
A differenza di ciò che molti pensano, il trasferimento del conto corrente da una banca all’altra è un’operazione semplice. La banca di destinazione si occupa delle operazioni necessarie per il trasferimento del conto. Inoltre le norme prevedono che il trasferimento del conto, debba essere effettuato entro 12 giorni dalla data di richiesta. Trascorso questo periodo il correntista può anche chiedere un rimborso economico per ogni giorno di ritardo.
Un single o un padre di famiglia ecco quanto può perdere in un anno
Oltre ai costi reali, ci sono anche i costi opportunità, ovvero il mancato guadagno della liquidità giacente sul conto corrente. Per investire la liquidità in eccedenza, è possibile optare per strumenti a breve, medio o lungo termine, a seconda degli obiettivi del risparmiatore. Scopriamo quanto un single o un padre di famiglia con della liquidità sul conto potrebbe perdere nei prossimi 12 mesi per il mancato investimento dei risparmi.
Prendiamo in considerazione solamente gli strumenti che offrono un’alta garanzia di sicurezza dell’emittente e soprattutto una certezza di guadagno al termine dei 12 mesi. Partendo da queste ipotesi un risparmiatore potrebbe rivolgersi a conti di deposito, titoli di Stato, libretti postali. Al momento della scrittura di questo testo, i conti di deposito migliori offrono un rendimento lordo fino al 5% all’anno, corrispondente a circa il 3,7% netto. I BOT con scadenza a 12 mesi o i BTP con durata residua di circa 12 mesi, offrono rendimenti netto anche del 3,5%.
In alternativa, si può considerare l’offerta Supersmart Premium di Poste Italiane. Questa consente di ottenere un rendimento lordo del 3% per i successivi 300 giorni. Con una tassazione agevolata su questo strumento del 12,5%, il rendimento netto scende a circa il 2,6%.