Un lungo periodo di malattia è certamente una situazione estremamente difficile da affrontare nella vita di una persona. Oltre ai disagi fisici ed alla preoccupazione per la propria salute, infatti, può sorgere un ulteriore grave problema. Come abbiamo visto in un recente approfondimento, un periodo prolungato di assenze per malattia può portare al licenziamento dal lavoro. In questo articolo vogliamo capire se le conseguenze per il lavoratore malato possono diventare ancora più gravi. Insomma, un lungo periodo di malattia può pregiudicare la pensione? La risposta a questa domanda arriva da una norma in vigore da quasi cent’anni: il Regio Decreto 4/1935.
I contributi figurativi
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La normativa prevede che l’INPS contabilizzi dei periodi contributivi anche in mancanza di un effettivo versamento. L’Ente previdenziale provvede all’accredito dei contributi figurativi in diverse situazioni. Ad esempio, durante il servizio militare ed in caso di congedi parentali e di maternità. Oppure in occasione di aspettative, permessi ai sensi della Legge 104/92 e 388/2000. Ma anche in caso di assenze per malattia, infortunio e donazione del sangue. I contributi figurativi, quindi, costituiscono periodi di contribuzione validi a tutti gli effetti per la maturazione del diritto alla pensione. Per capire se un lungo periodo di malattia può pregiudicare la pensione, dobbiamo analizzare la durata massima dei contributi figurativi.
Un lungo periodo di malattia può pregiudicare la pensione?
L’attuale normativa in materia di contribuzioni INPS per malattie di lungo corso fa riferimento al Decreto Legislativo 564/1996. Dal 2012 ogni lavoratore può ottenere fino a 96 settimane di contribuzione figurativa in caso di malattia prolungata. Si tratta di un miglioramento rispetto al passato e garantisce una maggior tutela ai lavoratori colpiti da grave malattia o infortunio. Insomma, alla luce dell’attuale normativa un lungo periodo di malattia può pregiudicare la pensione solo se dura più di 22 mesi. In realtà l’articolo 45 della Legge 183/2010 estende queste tutele a favore di chi sia divenuto inabile a seguito di infortunio sul lavoro. L’interessato che rinunci alla pensione di invalidità potrà valorizzare a fini pensionistici l’intero periodo di inabilità al lavoro.
Gli adempimenti richiesti
Il lavoratore non dovrà presentare alcuna richiesta all’INPS. Sarà l’Ente a riconoscere automaticamente agli aventi diritto il periodo di contribuzione fino a 96 settimane. In conclusione, ricordiamo che le contribuzioni relative ai periodi di malattia e infortunio non concorrono al riconoscimento del diritto alla pensione anticipata. La Circolare INPS 180/2014 infatti, stabilisce questa regola per i soli lavoratori del settore privato. Questi ultimi non possono conteggiare la contribuzione dei periodi di malattia per accedere al trattamento anticipato del sistema di calcolo pensionistico misto.