Un ipotetico ripristino della cessione del credito e dello sconto in fattura risolleverebbe il settore edilizio?

Settore edilizio-Foto da imagoeconomica

Dopo esserci occupati di alcune prospettive del settore edilizio, con particolare riferimento al superbonus e agli altri bonus edilizi, in questo articolo proviamo a rispondere ad un quesito di particolare attualità.  Un ipotetico ripristino della cessione del credito e dello sconto in fattura risolleverebbe il settore edilizio?

L’importanza della consecutio temporum

Stiamo assistendo, da quando un decreto ha vietato cessione del credito e sconto in fattura, tranne per alcune eccezioni, ad un vivace dibattito sulla problematica della cessione del credito e dello sconto in fattura nel settore edilizio. Da parte di taluni si ritiene che la vera soluzione agli attuali problemi del settore edilizio sarebbe il ripristino generalizzato di tali meccanismi, considerati assi portanti che hanno favorito un certo sviluppo del settore.

Ma a tale tesi si contrappongono non pochi elementi, che riteniamo particolarmente  rilevanti.

Un primo essenziale elemento è quella che potremmo definire consecutio temporum. In molte questioni, la successione cronologica degli eventi fornisce spesso una chiave di comprensione imprescindibile. Ed a questo punto s’impone una domanda. Il blocco della cessione dei crediti si è forse verificata prima o dopo il varo del decreto, che ha prescritto un generale divieto?

Ebbene, ancor prima del decreto questi meccanismi si erano sostanzialmente inceppati. Quindi è evidente che non è stato il decreto del Governo Meloni ad innescare uno stop generalizzato a meccanismi, considerati essenziali per lo sviluppo del sistema del superbonus e degli altri bonus edilizi.

Il problema per le banche: capienza fiscale

Un ipotetico ripristino della cessione del credito e dello sconto in fattura farebbe ripartire il settore edilizio? Ma perché le banche, ancor prima del decreto, hanno iniziato ad avere problemi?

Questo è un quesito fondamentale, al quale non possono esentarsi di dare risposta, tutti coloro che vogliono capire la vera genesi del problema.

La questione, per certi versi, è abbastanza semplice. Se una banca ha debiti verso il Fisco per un determinato ammontare, ad esempio 1 miliardo, fin tanto che accetta cessione di crediti fiscali a suo favore entro tale importo, potrà compensarli con i debiti tributari. Tale livello costituisce, come per le persone fisiche, la cosiddetta capienza fiscale.

Evidentemente, se una banca accetta cessioni di credito oltre tale limite, non potrà direttamente compensare l’eccedenza con debiti fiscali. Potrebbe solo, a sua volta, cedere tali crediti in eccedenza ad altro soggetto, che a sua volta potrebbe acquistarli.

Ma ovviamente non è detto che vi sia un mercato di soggetti terzi disponibile ad accettare la totale eccedenza di crediti acquisiti dal sistema bancario rispetto alla propria capienza. E questo costituisce un primo fondamentale problema. Visto che il sistema di cessione del superbonus e degli altri bonus fiscali si è sviluppato oltre il previsto, il volume totale di crediti ha superato la capienza fiscale delle banche e andare oltre, per il sistema bancario rappresenta un rischio che l’eccedenza non sia cedibile sul mercato. Inoltre hanno iniziato a svilupparsi molte truffe, e le banche non hanno voluto restare impelagate in eventuali beghe legali.

Un ipotetico ripristino della cessione del credito e dello sconto in fattura risolleverebbe il settore edilizio? Conclusioni

Quanto precede spiega in modo chiaro ed inequivocabile il vero motivo, per cui, oltre un certo limite, il sistema di cessione e sconto in fattura di crediti fiscali nel settore edilizio, non poteva funzionare. Quanto meno non oltre un certo limite. Tale limite era implicito nella stessa capienza fiscale delle banche. Conseguentemente riteniamo, a nostro avviso fondatamente, che anche un eventuale ripristino generalizzato di certi meccanismi non potrebbe risolvere tutti i problemi.

A meno di non fissare determinati paletti quantitativi sin dalla normativa in materia. Si potrebbe, ad esempio, predeterminare il tetto dei crediti cedibili, in modo che tutti i soggetti interessati, aziende, committenti e banche, sappiano, sin dall’inizio, quale limite potranno raggiungere certe operazioni. E ovviamente all’insegna del chi primo arriva, meglio alloggia. Soluzione comunque difficile, considerando che già l’importo attuale delle cessioni già operate costituisce un grave problema per le finanze pubbliche. Comunque si rivela sempre deleteria una politica che prometta certe modalità di fruire di bonus fiscali all’infinito. All’epoca dei provvedimenti del governo Conte c’era chi l’aveva previsto, e modestamente noi siamo tra questi. I fatti poi hanno dimostrato la fondatezza di certe previsioni, come dimostra il grave problema degli esodati.

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