Le Borse mondiali hanno vissuto una seduta difficilissime. L’ondata di ribassi è partita dal Pacifico nella notte europea. Poi si è abbattuta sui mercati azionari del Vecchio Continente e si è trasferita agli USA. Un incredibile paradosso scuote violentemente i mercati e in Piazza Affari fa scattare un brutto allarme per le banche.
La ragione del crollo arriva da Wall Street
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Seduta pesante per le Borse. Non si salva nessuno in Europa e anche Wall Street vacilla. Paradossalmente la Borsa USA scende nonostante alcune trimestrali di società importanti abbiamo mostrato risultati superiori alle attese. Ma probabilmente è questo che ha spinto al ribasso i prezzi. I risultati trimestrali superiori alle attese degli analisti, sono il segnale che la crescita economica negli Stati Uniti va meglio del previsto. Il perverso pensiero degli operatori è che se le cose vanno bene, forse anche troppo, non ci saranno nuovi stimoli fiscali e monetari. Non solo, presto potrebbe anche finire la politica accomodante della Federale Reserve e si potrebbe affacciare la possibilità di un rialzo dei tassi.
La Borsa americana sui massimi cerca un pretesto per una correzione
In realtà oramai gli indici USA sono a livelli molto alti. Prima o poi dovrà arrivare una correzione che permetta al mercato di ritornare a valori più bassi, a cui fare seguire nuovi acquisti. Ma se questo ha una logica per Wall Street, ne ha molto meno per l’Europa. Eppure nella seduta di oggi le maggiori correzioni sono state quelle delle Borse del Vecchio Continente. Quella peggiore è stata Madrid, con un calo del 2,9%. Parigi ha perso il 2,1%, Londra il 2%, il Francoforte l’1,5%. L’indice italiano Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB) ha chiuso in calo del 2,4%. L’indice ha sfondato tutti i supporti indicati nella precedente analisi, per terminare a 24.088 punti.
Un incredibile paradosso scuote violentemente i mercati e in Piazza Affari fa scattare un brutto allarme per le banche
In Europa non è possibile invocare una correzione come negli Stati Uniti. Infatti le Piazze azionarie non sono sui massimi storici, ad eccezione della Borsa tedesca, che è stata anche quella che ha perduto di meno. Preoccupa, invece, la discesa della Borsa di Milano, non tanto per le dimensioni del calo, ma per la sua qualità.
I titoli peggiori delle blue chip sono stati i bancari. Ai primi tre posti per cali oggi, ci sono Banco BPM, scesa del 5,6%, BPER Banca, caduta del 5,2% e Unicredit calata del 5,1%. Fineco ha ceduto il 3,4% e Intesa Sanpaolo il 2,6%. Il ribasso dei bancari, insieme al rialzo del 2% dello spread, non è un segnale incoraggiante.