Un BTP per raddoppiare il capitale e combattere l’inflazione

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Con l’impennata dell’inflazione e il rialzi dei tassi di interesse, anche i titoli di Stato hanno aumentato il loro rendimento. Se fino a 12 mesi fa i rendimenti erano molto compressi e difficilmente superavano l’1%, oggi si possono spuntare valori di oltre il 4%. A sorpresa, i BTP che rendono di più non sono quelli con durata più lunga.

Il rendimento di uno strumento d’investimento è il premio per il rischio. Quindi un BTP con una durata residua di 50 anni dovrebbe essere più rischioso di uno con una durata ventennale. Invece non è così. Il BTP con scadenza ad aprile del 2045 ha un rendimento annuo lordo che si avvicina al 4,9% netto annuo. Invece il Buono del Tesoro poliennale più lungo di tutti, quello con scadenza nel marzo del 2072, rende circa il 4,3% netto annuo.

Un BTP per raddoppiare il capitale alla portata di tutti

Paradossalmente anche dei BTP che scadono tra meno di 10 anni rendono adesso più del titolo con ancora mezzo secolo di vita residua. Questo strano fenomeno è dovuto all’inversione della curva dei rendimenti. Gli operatori professionali stimano che i rendimenti nei prossimi 10 anni saranno maggiori che non tra 30 o 40 anni. Questo perché suppongono che l’inflazione, che sta spingendo i tassi in alto, potrebbe essere riassorbita nei prossimi anni.

Rimane comunque il fatto che oggi il BTP con scadenza aprile del 2045 (Isin: IT0005438004), ha il rendimento più alto tra tutti i Buoni poliennali. Chi investisse oggi i soldi su questo titolo e attendesse la scadenza, raddoppierebbe il capitale investito. Infatti il Buono poliennale al momento dell’analisi ha un prezzo di circa 58 centesimi che garantisce a scadenza un rendimento netto medio annuo del 5,1%. Quindi chi lo acquistasse adesso e lo tenesse in portafoglio fino al momento del rimborso, si garantirebbe un rendimento medio annuo del 5%. Il rendimento totale sarebbe superiore al 115%.

Quanto rende investire 100.000 euro in questo BTP

Questo è un BTP per raddoppiare il capitale, facciamo un esempio per capire come ciò possa essere possibile. Supponiamo un investitore che voglia comprare 100.000 euro nominali del titolo, al prezzo di 58 centesimi, spenderebbe poco meno di 60.000 euro. A scadenza otterrebbe il rimborso di 100.000 euro, con un guadagno di 40.000 euro, quindi circa il 67%.

Alla rivalutazione in conto capitale occorre aggiungere il flusso cedolare che l’investitore incasserà ogni anno per 23 anni e pari all’1,5% annuo lordo. La somma delle due componenti porta a un guadagno totale superiore al 100%.

Naturalmente l’incognita è cosa potrebbe accadere da qui al 2045. In sei mesi questo titolo ha perduto il 30% del suo valore e nessuno può sapere se nel prossimo futuro salirà o scenderà ancora. L’unico punto fermo è che nel 2045 lo Stato rimborserà il titolo a 100 centesimi.

Chi non può aspettare così tanto dovrebbe rivolgersi a titoli di Stato con una durata residua più breve. Ovviamente i rendimenti sono inferiori. Per esempio alcuni BTP con scadenze tra due o tre anni, hanno rendimenti tra il 2% e il 3% annuo. Tutto sommato non sono tassi troppo lontani da quelli offerto dal BTP 2045. Questi Buoni del Tesoro poliennali, hanno il vantaggio della quasi certezza di potere attendere il rimborso dello Stato. Chi li compra adesso con molta probabilità potrà detenerli fino alla scadenza potendo calcolare con certezza il rendimento finale.

Approfondimento

3 titoli di Stato per investire in BTP con le cedole più alte del mercato

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