Accedere alla tanto desiderata pensione, a 67 anni è forse biologicamente tardi. D’altronde la vita media (e meno male) si è allungata, ma la diretta conseguenza è la messa in crisi della sostenibilità del sistema pensionistico. Purtroppo ci siamo, è l’ultima chiamata dell’INPS per andare in pensione con Quota 100, ma a chi conviene veramente?
Proiezionidiborsa, in pochi minuti di lettura, cercherà di spiegare perché la deroga per andare in pensione anticipatamente, con Quota 100, è arrivata al capolinea. Inoltre si affronterà il tema della vera convenienza dell’opzione a seconda della preferenza del fattore tempo piuttosto che importo dell’assegno.
Le raccomandazioni di Bruxelles e i richiami alla sostenibilità, spingono a pensare ad una riforma
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Ormai è chiaro e Bruxelles si è espressa: i Recovery Fund dovranno essere la scintilla che avvia le riforme. Infatti, i Piani di Ripresa e Resilienza dovranno essere indirizzati agli investimenti per riaccendere l’economia ma in concomitanza con le riforme strutturali. Quest’ultime consentiranno un efficientamento della macchina pubblica. Ovviamente quella più attesa, oltre alla riforma del Fisco, è quella previdenziale.
Il reset del sistema previdenza è atteso da diverso tempo. Il Parlamento europeo lo ha evidenziato più volte nelle raccomandazioni, sostenendo la tesi dell’elevata spesa per le pensioni che mina la tenuta nel tempo dell’intero meccanismo. In pratica con le entrate attuali non si potranno reggere le uscite.
Inoltre, come citato in un famoso report di Mercer, l’Italia risulta ultima come sostenibilità nel futuro. Ciò in virtù della crisi demografica, dell’invecchiamento della popolazione e dell’alta disoccupazione. Il tutto equivale a dire, in parole semplici, che i pensionati aumentano e i lavoratori che li mantengono diminuiscono, tra l’altro, guadagnando sempre dimeno. Quindi quali le soluzioni? L’innalzamento dell’età (Fornero docet) e revisione dell’importo delle pensioni. È palese il perché Quota 100 non potrà essere rinnovata.
Ultima chiamata dell’INPS per andare in pensione con Quota 100, ma a chi conviene veramente?
Dunque, chi ha i requisiti deve ascoltare gli squilli di tromba dell’ultima chiamata dell’INPS e godere della pensione a 62 anni e 38 di contributi. Meglio chiarire subito, tale pensione non è compatibile con alcuna forma di reddito da lavoro dipendente o autonomo. Pertanto, potranno integrare i contributi. Infatti il limite di questo sistema si presenta nell’importo dell’assegno che potrebbe essere inferiore a quello della pensione anticipata o a quello della pensione di vecchiaia. Si considerano, in tal senso i mancati versamenti per gli anni in più di lavoro.
Per l’accesso alla pensione anticipata servono 42 anni e 10 mesi se uomo, e 41 e 10 mesi se donna di contributi, indipendentemente dall’età. Chiaramente la differenza con i 38 anni di Quota 100 è lampante. Quattro anni di contributi possono modificare l’importo della pensione. Perciò, possiamo sicuramente segnalare la convenienza all’ingresso in Quota 100 a chi ha da poco compiuto 62 anni e 38 di contributi. Parimenti si segnala lo scemare della stessa più ci si avvicina all’età per la quiescenza ordinaria.
Ergo, bisogna valutare l’ultima chiamata dell’INPS per andare in pensione con Quota 100, ma a chi conviene veramente?
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