Nel frastuono dei preparativi pre-natalizi e prima ancora del ritorno generalizzato in zona rossa tra le prossime ore, è uscito ieri un Comunicato della Banca d’Italia. Il risultato di un’indagine, insomma, e si direbbe nulla di nuovo se non fosse che l’oggetto della stessa verte sul costo dei conti correnti nel 2019.
Manco a dirlo, le buone notizie latitano: anzi l’Istituto di Via Nazionale ha accertato un’ulteriore mazzata in euro per i detentori di conto corrente. Per la precisione si tratterebbe della quarta stangata in termini di costi legati al c/c. Vediamo di capirne di più.
I dati dell’indagine della Banca d’Italia
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Il lavoro in questione si è incentrato sulle spese di gestione c/c effettivamente sostenute dalle famiglie italiane durante il 2019. Spese che sono documentate dagli stessi estratti conto redatti a fine anno; quindi, essendo “a consuntivo” sono più che attendibili.
Non solo: il campione di riferimento ha considerato 12.705 c/c bancari, 698 dei quali di natura online e quindi non riferibili agli sportelli fisici. Ed altri 900 c/c di derivazione postale. In sostanza la numerosità del campione studiato è statisticamente più che ragguardevole e di tutto rispetto.
Per ciascun c/c e ciascuna tipologia di servizio associato si sono considerati il novero delle operazioni svolte e la spesa associata. L’operazione algebrica di divisione tra i due dati, infatti, permette di sapere quanto incide il relativo costo unitario.
Ancora, in questo modo è risultato più agevole scoprire gli effettivi utilizzi del c/c da parte dei loro titolari. Ma anche di definire con precisione le reali condizioni economiche applicate dagli istituti di credito. Quest’ultime risultano dipendere da una molteplicità di parametri, non sempre standardizzabili a priori.
Quarto anno consecutivo di aumento dei costi
Ora, quel che più conta, e duole in soldoni, è il dato per cui anche nel 2019 le spese di gestione c/c sono aumentate. Per l’esattezza, nello scorso anno l’asticella si è fermata a “soli” 88,50 euro, +1,60 euro rispetto al 2018. Poca cosa? In valori assoluti forse sì, ma andrebbero tenuti in considerazione almeno altri due elementi:
a) nel 2018 queste spese erano già salite di +7,5, rispetto al 2017;
b) sempre nel 2019, l’aumento più consistente lo si è avuto proprio su quei conti considerati economici in virtù della loro stessa natura, ossia quelli online. Se nel 2018 l’aumento sul 2017 per tale tipologia di conto è stato nell’ordine dei 0,20 euro (ossia venti centesimi), l’anno dopo (il 2019) è balzato a +5,9 euro.
In linea di massima, quindi, non è affatto azzardato pensare che nel volgere di qualche anno queste spese di gestione verosimilmente approderanno sui 100 euro annui.
Appurata dalla Banca d’Italia un’ulteriore mazzata in euro per i detentori di conto corrente
Secondo lo studio di Banca d’Italia l’impennata dei costi anche nel 2019 è principalmente dovuta a due fattori. Il primo rimanda all’aumento del possesso delle carte di pagamento. Il secondo, invece, al maggior numero di operazioni effettuate, specialmente i bonifici.
L’analisi dell’andamento delle commissioni bancarie ha invece registrato una sostanziale invarianza dei costi, rispetto al 2018. Anzi, a parità di servizi usufruiti e di operazioni effettuate, i costi legati alla gestione c/c sarebbero addirittura scesi di venti centesimi.
L’imposta di bollo
Sempre restando in tema di spese legate alla tenuta di un c/c, ricordiamo che per le giacenze superiori ai 5mila euro si paga l’imposta di bollo. Si tratta di 34,20 euro che vanno allo Stato e non alla banca, la quale semplicemente li preleva dalla nostra giacenza depositata per girarli allo Stato.
Bene: se si cumulassero questi due valori medi verrebbe fuori una spesa di circa 122,70 (ovvero: 88,50 + 34,20). Detta diversamente, poco più di 10 euro al mese.
Come provare a difendersi? Le vie per la tutela dei propri risparmi sono a dir poco molteplici, variegate e componibili tra di esse. In quest’articolo, giusto per cominciare, diamo un primo, possibile spunto operativo.
Ecco dunque illustrato perché è giunta l’ennesima, ulteriore mazzata in euro per i detentori di conto corrente.