Tutto quello che c’è da sapere sulle varie tipologie di pensione che potrebbero spettarci

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Chi pensa che le pensioni siano un argomento da persone over 60 sbaglia, e di parecchio. Quando si entra nel mondo del lavoro deve essere subito chiaro tutto quello che ne concerne, compresa la pensione.

Di quest’ultima esistono davvero tante classificazioni e tutte diverse tra di loro. Con questo articolo si chiarirà tutto quello che c’è da sapere sulle varie tipologie di pensione che potrebbero spettarci. Una pianificazione oculata, anche se l’età lavorativa è ancora precoce, aiuterà ad affrontare il futuro con molta più tranquillità una volta pensionati.

La pensione va maturata anno dopo anno

Le categorie di lavorati sono diverse (dipendenti, professionisti o con contratto di collaborazione coordinata e continuativa). Queste, però, hanno tutte l’obbligo, in un modo o in un altro, di versare, all’ente pensionistico di riferimento, i contributi. Questi possono essere fatti direttamente (professionisti) o indirettamente (dipendenti) e sono vitali per assicurarsi la maturazione e la riscossione della pensione.

La differenziazione ci sarà proprio al termine della carriera lavorativa perché non a tutti spetta la stessa pensione, tutto dipenderà dai requisiti dettati dalla legislazione.

Tutto quello che c’è da sapere sulle varie tipologie di pensione che potrebbero spettarci

Come anticipato, le tipologie pensionistiche sono diverse e non tutti ne sono al corrente.

  • Pensione di vecchiaia: sicuramente la più diffusa e conosciuta tra i lavorati. Questi devono aver versato contributi per 20 anni e, questa pensione, innalza l’età minima gradualmente, ad esempio nel 2050 bisognerà avere più di 69 anni. Questa decorre, una volta maturati i contributi necessari, il primo della mensilità successiva.
  • Pensione minima: con un’età minima di 71 anni e con soli 5 di contributi si ha diritto a questo tipo di pensione. Come deducibile la cifra è esigua e si aggira intorno ai 515 € nel 2021.
  • Pensione anticipata: non è fondamentale l’età minima ma gli anni di contributo: 42 anni per gli uomini e 41 per le donne. Possibile andare quindi in pensione a 62 anni se si è cominciato a lavorare a circa 20 anni.
  • Quota 100: molto simile alla precedente tipologia, in essere dal 2019 al 2021. Con un’età minima di 62 anni e con 38 anni di contributi (62+38=100) è possibile smettere anticipatamente di lavorare.
  • Pensione complementare: esistono dei fondi di investimento da sfruttare se ancora l’età pensionistica è lontana. Questa tipologia si affiancherà a quella di vecchiaia per avere uno stile di vita in linea con le aspettative.

Il suggerimento, per avere maggiori informazioni sulla propria situazione pensionistica, è quello di recarsi in un ufficio INPS o visitare il loro sito.

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