Il costo della bolletta degli italiani ormai è aumentato, portando alcuni a decidere dei sistemi alternativi per riscaldarsi a casa. Il pellet è uno di quelli. Per la stufa a pellet si può usufruire delle agevolazioni dello Stato, ma anche di quelle locali. Non solo una scelta green, ma pure di convenienza. Confcommercio specifica che esistono diversi Bonus esistenti. Tra questi vi è il Bonus mobili ed elettrodomestici appartenente al Bonus casa. Il Bonus stufa a pellet viene fornito dallo Stato in diversi servizi, ma cambia anche in tutte le Regioni. Nei cosiddetti Bonus regionali ogni Regione emana il proprio bando. Il Bonus pellet può essere richiesto in Puglia, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Veneto e il altre Regioni. Ma quando scade il Bonus stufe a pellet nel 2022? Quelli regionali hanno una propria scadenza.
Non tutti conoscono alla perfezione questo tipo di incentivo e aiuto economico. Infatti, in tanti si pongono queste domande ultimamente: come funziona il Bonus stufa a pellet? cosa serve per la detrazione stufa a pellet? Si aggiungono alla lista anche: come ottenere Bonus stufa a pellet e come funziona lo sconto in fattura del 50% per stufe a pellet. Nel 2022 si può ottenere anche senza lavori di ristrutturazione in casa. Vediamo tutto quello che c’è da sapere sul Bonus stufa. Diciamo addio al gas, al metano e a tutte le altre forme di riscaldamento? Il calore a casa è obbligatorio: meglio ancora se conveniente.
Come funziona e come ottenerlo
Indice dei contenuti
Il funzionamento del Bonus stufa a pellet è semplice. In primis approfondiamo l’aspetto delle spese sostenute incluse nel Bonus. In questo caso possono essere riferite in linea di massima all’acquisto di materiali, all’esecuzione dei lavori, oneri e imposte, ma c’è anche altro. Ma come richiedere il Bonus stufe a pellet e fare domanda per ottenerlo? Per quanto riguarda la detrazione IRPEF al 50% si dovrà documentare e certificare tutte le spese durante la dichiarazione dei redditi. Diversamente, per l’Ecobonus bisogna rivolgersi al venditore o chi ha istallato il servizio. Infatti, è proprio questa persona a dover mandare la comunicazione all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, energia e sviluppo economico sostenibile (ENEA). La documentazione fiscale, gli scontrini, le fatture e i bonifici sono tutti documenti da conservare perché sono gli allegati che provano il pagamento della stufa e che consentono di ricevere il Bonus pellet.
Tutto quello che c’è da sapere sul Bonus stufa a pellet
È lo Stato che ha messo a disposizione degli aiuti che consentono di riscaldarsi in casa con la stufa a pellet. Le misure statali oltre a quelle regionali sono precisamente due. La prima riguarda il conto termico e la seconda l’Ecobonus. Il conto termico incentiva l’intervento per caldaie e stufe a pellet sostituendo l’impianto di riscaldamento e di calore esistente in casa. L’Ecobonus fornisce il diritto di avere un rimborso del 65% sugli interventi domestici, come l’aggiunta della stufa a pellet. Inoltre, esistono dei Bonus regionali in cui vi è una restituzione della somma spesa per la stufa a pellet.
Lettura consigliata
Non tutti sanno come utilizzare il Bonus traporti in questo modo e come funziona