Gli italiani devono fare i conti, come tutti, con l’inflazione che ci erode il nostro potere di acquisto. Un bel problema per chi, come ad esempio i pensionati, si ritrova una entrata fissa che solo parzialmente viene adeguata. Cosa succede, in questi casi, al nostro conto corrente? Conviene tenere i soldi fermi?
Ce lo ripetono in tutte le salse che i prezzi aumentano a causa dell’inflazione. Come se gli italiani non se ne fossero accorti facendo la tradizionale spesa settimanale. Che, a parità di carrello, costa decisamente di più.
Anche se il Governo del Presidente Giorgia Meloni ha lanciato un patto antinflazione, con prodotti a prezzi calmierati, riconoscibili negli scaffali dei supermercati. Benissimo per le tasche di tante famiglie che fanno sempre più fatica ad arrivare, con lo stesso stipendio o pensione, a fine mese. Ecco perché in tanti provano la fortuna con il Gratta e Vinci, magari optando per quelli con più probabilità di vittoria, come quello imbattibile da 10 euro. Tenendo, però, sempre conto della ludopatia che è malattia pericolosa e dalla quale bisogna stare ben lontani, come ha dimostrato la recente cronaca sportiva.
Tutti temono che l’inflazione diminuisca il potere di acquisto, ma cosa succede ai nostri conti correnti
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Inevitabilmente, un aumento dei prezzi, dovuti all’inflazione, finisce anche per colpire i conti correnti. E non solo per quanta riguarda i costi che, nel 2023, sono cresciuti, brutta notizia per tanti correntisti.
Che non è l’unica, perché, indirettamente, l’inflazione va a ripercuotersi sul saldo di quello che abbiamo sul conto. Non che diminuisca. Se uno ha, ad inizio anno, 50mila euro e non fa movimenti, se li ritroverà anche a fine anno. Però, solo in apparenza.
Ecco perché è rischioso tenere troppi soldi sul conto corrente
Infatti, quella cifra, in realtà, non è più la stessa. Perché solo apparentemente abbiamo 50mila euro in banca, mentre, rispetto ad inizio anno, si sono svalutati. Il valore reale dei risparmi si è, infatti, abbassato. Basti pensare a quanto si pagava, ad esempio, ad inizio anno per un bene e quanto ora. Se tutti temono che l’inflazione diminuisca il potere di acquisto, hanno ragione a farlo.
Ovvio che con i 50mila euro di inizio anno compravamo oggetti che ora, a fine anno, non potremmo più prendere, con il rincaro dei prezzi. Ecco perché più soldi teniamo sul conto, più perderemo potere di acquisto. Cosa fare? Diversificare investendo in prodotti che siano diversi tra loro. Obbligazioni, asset redditizi, immobili, azioni, titoli di Stato, depositi. Un buon consulente saprà come meglio indirizzarci.