Tutti si domandano se davvero fra cinque anni non useremo più i contanti

carte di credito

Il futuro senza contanti è vicino. L’Italia sarà totalmente cashless entro cinque anni, mentre in altri Paesi europei il traguardo potrebbe arrivare prima. L’ultimo European Payment Report dà un’indicazione molto precisa. Dopo 10mila interviste a livello europeo, siamo seriamente incamminati in questa direzione.

Ma arriveremo davvero tanto in fretta alla sparizione del contante? Monete e banconote saranno davvero sostituite da pagamenti digitali con carte di credito, contactless. E ancora da pagamenti con smartphone e smartwatch e pagamenti con cripto valute come bitcoin? Ecco l’analisi degli esperti di Risparmio e Famiglia di ProiezionidiBorsa.

La corsa verso la moneta elettronica è a macchia di leopardo

Lotteria degli scontrini o no, l’Italia si avvia verso la moneta elettronica. Bisogna dire che, ad oggi, nel mondo non esistono ancora società dove non si usano più completamente i contanti. Anche se alcuni Paesi ci sono vicini. In Svezia, per esempio, l’85% dei cittadini ha accesso all’online banking e solo il 2% delle transazioni sono effettuate in contanti. Anche in Cina il mercato cashless è enorme, ma i cinesi preferiscono scansionare i QR Code sugli smartphone.

Quali Regioni sono più favorevoli alla rivoluzione

Tutti si domandano se davvero fra cinque anni non useremo più i contanti. Il governo Conte punta all’Italia senza cash (cashless) fra cinque anni. In realtà vorrebbe accelerare, per ridurre il movimento di denaro illegale. Ma anche per stroncare il gioco d’azzardo, per combattere il riciclaggio, l’elusione ed evasione fiscale. Infine, per ridurre la circolazione di denaro falso. Le regioni dove questa misura viene vista con maggior favore sono l’Abruzzo e la Puglia, seguiti dal Lazio. In Friuli Venezia-Giulia, invece, pensano che non ci sarà mai una vera sparizione del contante. E ne sono convinti anche in Molise.

Tutti si domandano se davvero fra cinque anni non useremo più i contanti

Una parte del Paese si domanda però se ci saranno anche conseguenze negative a seguito di questa rivoluzione. Il 56% del campione europeo intervistato ritiene che ci sarà un aumento degli attacchi informatici ai conti correnti e ai codici delle carte di credito. Che ci sarà un aumento dei costi per le imprese e dei debiti per i correntisti. Perché il denaro invisibile fa perdere la cognizione dei soldi a disposizione, si tende a spendere più di quando si potrebbe. Inoltre, le banche potrebbero utilizzare i dati elettronici facilmente consultabili per profilare e discriminare i clienti.

In Italia il pagamento digitale è ancora indietro

Tutti si domandano se davvero fra cinque anni non useremo più i contanti. Ma c’è anche un altro problema.  Molti anziani non vogliono effettuare pagamenti digitali. O non sono in grado di farlo. Perché non hanno un computer (il 33,8% delle famiglie secondo l’Istat a fine 2019 e il 71% degli anziani). O perché non usano la carta di credito: sono 2 su 10 quelli che non la usano. Per quelli che la usano (2,9 volte al mese), la spesa media mensile è 76 euro. Altri infine possiedono ancora un vecchio telefono. Il 93% degli italiani ha uno smartphone e solo il 91% lo usa per navigare (dato Censis). La rivoluzione tanto cara a Gualtieri, insomma, si prospetta un pochino più a rilento del previsto.

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