Dalla revisione del reddito di cittadinanza dal prossimo anno ai ritocchi ai Bonus cultura, passando per il braccino corto sul taglio del cuneo fiscale. Ecco perché non solo i Sindacati, ma anche la Confindustria, sono delusi da una Legge di Bilancio che, invece, l’Esecutivo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni continua a definire coraggiosa. Vediamo allora nel dettaglio chi ha ragione.
L’Esecutivo di centrodestra continua a difendere la Legge di Bilancio per il prossimo anno, ma le critiche, anche aspre, non arrivano solo dai partiti all’opposizione. Ma anche dai Sindacati e fino ad arrivare alla Confindustria. Con quest’ultima, tra l’altro, che è palesemente delusa dalla timidezza del Governo italiano con cui ha deciso di ridurre il cuneo fiscale.
I Sindacati, a partire dalla Cgil, hanno già programmato manifestazioni di piazza, mobilitazioni e scioperi contro una manovra finanziaria che non solo ritengono sbagliata. Ma anche da riscrivere in tutto e per tutto.
Tutti in piazza contro la manovra a partire dai Sindacati tra le manifestazioni e gli scioperi
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Nello specifico, la CGIL chiede interventi incisivi sul lavoro e sulle pensioni. Dalla rivalutazione degli assegni INPS alla cancellazione definitiva della Legge Fornero. Passando per l’eliminazione di tutte le forme di lavoro precario, e per un aumento delle risorse da destinare al diritto alla salute e all’istruzione.
Tutti in piazza contro la manovra finanziaria, quindi, sebbene sia giusto dire che la coperta è davvero corta. Ovverosia l’Esecutivo di centrodestra, destinando buona parte delle risorse contro il caro energia, ha sostanzialmente le armi spuntate per tutti gli altri possibili interventi da mettere in atto.
Non a caso sulle pensioni l’Esecutivo Meloni si è limitato a mettere a punto una mini riforma. Così come, nel raschiare il fondo del barile, si stanno rivedendo alcune misure. Per renderle più eque ed anche meno costose per le casse dello Stato. Almeno in linea con quella che è in genere la visione dei partiti di centrodestra in Italia e non solo.
A partire dal reddito di cittadinanza. E fino ad arrivare addirittura a misure come il Bonus cultura per la quale Italia Viva è pronta all’ostruzionismo. Ad alzare anche le barricate pur di costringere e di convincere il Governo italiano a fare un passo indietro. Non a caso, ricordiamo che il Bonus da 500 euro con l’app 18 è stato introdotto proprio dall’ex premier, ed attuale leader di Italia Viva, Matteo Renzi.
In più, proprio dai partiti di opposizione è arrivata una valanga di emendamenti alla Legge di Bilancio per il 2023. Il che di sicuro porterà il Parlamento italiano a lavorare anche sotto le feste per approvare la manovra finanziaria nei termini previsti, e per evitare di conseguenza l’esercizio provvisorio.
Perché la Cgil ha deciso di scendere in piazza, dai voucher alla flat tax
Tornando alla mobilitazione della Cgil, il Sindacato vuole far sentire la propria voce dopo che il Governo italiano ha varato misure che violano sulla tassazione il principio di progressività. A partire dalla flat tax che penalizza il lavoro dipendente. Passando per i voucher che di certo non incentiveranno dal prossimo anno l’occupazione stabile. Inoltre, la revisione prima, e la probabile cancellazione del reddito di cittadinanza, secondo la Cgil non solo colpirà i più poveri, ma li penalizzerà come se essere meno abbienti fosse una colpa.