Sia l’APE sociale che Quota 102 sono misure INPS che permettono uscite anticipate dal lavoro. E lo permetteranno fino al 31 dicembre 2022, perché entrambe vanno in scadenza il 31 dicembre prossimo. Per entrambe però non mancano le speranze di una nuova proroga anche nel 2023. Due misure, con la prima che permette le uscite già a 63 anni di età, mentre la seconda a 64. Due misure flessibili perché i lavoratori possono scegliere l’età di uscita a partire da quella minima. Un lavoratore di 64 anni quindi può optare per l’una o l’altra giusta soluzione, soprattutto con 38 anni di contributi. Vediamo le differenze tra le due misure, con i vantaggi e gli svantaggi di ognuna delle due e perché scegliere l’una o l’altra.
Pensioni flessibili, ecco quali misure scegliere
Indice dei contenuti
Parlare di scelta sulle pensioni da parte dei lavoratori è esercizio piuttosto azzardato. Andare in pensione nel sistema italiano non è certo la cosa più facile. Ma un lavoratore che oggi ha 64 anni di età e 38 anni di contributi, ha almeno 2 vie di pensionamento anticipato. E, strano ma vero, può scegliere. Anche perché ciò che appare nettamente a vantaggio della Quota 102 rispetto all’APE sociale, per qualcuno potrebbe essere il contrario. Ecco perché vanno approfonditi tutti i pro e i contro di APE sociale e Quota 102.
I requisiti della Quota 102 e quelli dell’APE sociale
Per capire bene le differenze tra le due misure bisogna partire dai requisiti. La Quota 102 prevede:
- almeno 64 anni di età compiuti;
- almeno 38 anni di contributi versati;
- 35 anni di contributi effettivi.
L’APE sociale invece prevede:
- almeno 63 anni di età compiuti;
- minimo 30 anni di contributi versati per disabili, disoccupati e caregivers;
- non meno di 36 anni di contributi versati per i lavori gravosi;
- almeno 32 anni di contributi versati per lavoratori edili o ceramisti.
Le caratteristiche della Quota 102 sono:
- pensione calcolata col sistema misto;
- nessun vincolo di importo della pensione;
- possibilità di ricevere le maggiorazioni sociali e gli assegni familiari;
- tredicesima mensilità;
- pensione reversibile;
- pensione definitiva.
Per contro le caratteristiche dell’APE sociale sono:
- calcolo misto della pensione;
- pensione massima da 1.500 euro al mese;
- niente tredicesima, maggiorazioni, assegni e reversibilità;
- pensione temporanea fino a 67 anni di età.
Tutti i pro e i contro di APE sociale e Quota 102 con le loro particolarità
A vantaggio della Quota 102 quindi, l’importo della pensione, che non è limitato a 1.500 euro come invece è per l’APE sociale. E poi, la possibilità di ottenere maggiorazioni sociali, tredicesima, assegni familiari e reversibilità. Una volta in pensione con Quota 102, la partita previdenziale del lavoratore può dirsi chiusa. Nessuna nuova domanda di pensione deve essere effettuata con la Quota 102. Per l’APE sociale invece, a 67 anni bisognerà tornare a fare domanda, stavolta di pensione di vecchiaia. Scelta facile quindi, perché tutto sembra propendere per la Quota 102. Ciò che non è trascurabile è il divieto di cumulo. Per la Quota 102 come per la Quota 100, il beneficiario della prestazione non può lavorare per non perdere il diritto all’anticipo. Si possono svolgere solo piccole attività di lavoro autonomo occasionale fino a produrre un reddito da 5.000 euro annui. Con l’APE questo vincolo non c’è.
Lettura consigliata
Tre nuove pensioni INPS nel 2023 con 63 o 64 anni di età per tutti