Andare in pensione entro la fine del 2022 potrebbe avere un senso per chi vuole evitare gli ipotetici cambiamenti che il Governo potrebbe apportare. E non bisogna pensare che di modalità ce ne sono poche, visto che se ne possono contare oltre la decina. La normativa, infatti, è molto vasta e sfaccettata e prevede deroghe e tutele per diversi profili. Ecco tutte le misure che fanno in modo di potersi pensionare entro la fine del 2022. Scopriamo chi ci rientra.
Le pensioni di vecchiaia
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Anche se siamo spesso portati a credere che di pensione di vecchiaia ce ne se sia solo una, in realtà sono 3. C’è quella ordinaria, a 67 anni dopo aver maturato almeno 20 anni di contributi. Si tratta della pensione a cui accede la maggior parte dei lavoratori, quella, praticamente, alla portata di tutti.
Poi ne abbiamo un’altra, contributiva, a 71 anni. In questo caso possono accedervi solo coloro che hanno iniziato a versare i propri contributi a partire dal 1996 (o hanno scelto il computo in Gestione Separata). Richiede solo 5 anni di contributi minimi. A questa aspira chi ha iniziato a lavorare tardi e ha avuto una carriera breve.
In ultimo, c’è la pensione di vecchiaia anticipata per gli invalidi. Si tratta di una pensione di vecchiaia a tutti gli effetti ma con requisito anagrafico ridotto. Servono sempre 20 anni di contributi, ma in alcuni casi ne possono bastare anche 15.
Per le donne sono richiesti 56 anni di età, per gli uomini 61. Poi, però, bisogna attendere una finestra di 12 mesi per la decorrenza del trattamento. La misura è aperta solo agli invalidi almeno all’80%, che lavorano nel settore privato.
La quiescenza anticipata ordinaria e contributiva
Esiste, poi, la pensione anticipata, quella strutturale. Ma ne esistono due tipi. Una prevista dalla Legge Fornero che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. E nessun vincolo di età e nessuna penalizzazione.
Poi ne esiste una dedicata a chi ricade solo nel sistema contributivo, ovvero che ha iniziato a versare i suoi contributi dal 1996. Richiede solo 64 anni di età e 20 anni di contributi versati (nel contributivo). Sembra facile da raggiungere ma esiste un terzo requisito che la trasforma in una pensione dedicata a pochi. Quello dell’importo. La pensione che si andrà a prendere dovrà avere un importo pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale INPS. Ovvero, almeno 1.310 euro al mese.
Tutte le misure che fanno andare in pensione, quelle in deroga
Esistono anche dei modi per andare in pensione in deroga a quanto previsto dalla Legge Fornero. E sono probabilmente i più conosciuti. Vediamo quali sono:
- Quota 100, con 62 anni di età e 38 anni di contributi, il tutto raggiunto entro il 31 dicembre 2021. Anche se la misura è scaduta può ancora essere presentata domanda di pensione da chi ha raggiunto i requisiti lo scorso anno;
- Quota 102, con 64 anni di età e 38 anni di contributi, entrambi i requisiti vanno raggiunti entro il 31 dicembre 2022;
- APE sociale che richiede 63 anni di età e 30 anni di contributi per disoccupati, caregiver e invalidi, 32 anni di contributi per edili, 36 anni di contributi per gravosi. Per le donne con figli è previsto uno sconto di 12 mesi sui contributi per ogni figlio avuto, fino a un massimo di 24 mesi;
- Opzione donna che richiede 58 anni di età per dipendenti e 59 per le autonome. Per entrambe sono necessari 35 anni di contributi ed entrambi i requisiti devono essere stati perfezionati entro il 31 dicembre 2021;
- Quota 41 precoci che richiede, indipendentemente dall’età, 41 anni di contributi. Si sta pensando di ampliare a tutti questa misura, ma per ora è solo una ipotesi. Bisogna appartenere alla categoria dei lavoratori precoci, ovvero aver versato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età. Si deve inoltre appartenere a uno dei profili di tutela individuati dalla normativa.
Le misure meno conosciute
Come se non bastassero le misure fino a qui elencate, ne esistono anche altre. Una è riservata in particolare ai lavori usuranti e si chiama quota 97,6. Permette l’accesso alla pensione al compimento dei 61 anni e 7 mesi e richiede almeno 35 anni di contributi. La somma tra età e contributi deve restituire il numero 97,6.
Esiste, poi, una pensione che non è erogata dall’INPS, la RITA che permette uno scivolo per la pensione di vecchiaia di 5 o 10 anni. Si deve essere titolari di un fondo previdenziale in cui siano stati versati almeno 5 anni di contributi e almeno 20 anni di contributi versati nell’AGO. Si può accedere a 57 anni se si è disoccupati da almeno 24 mesi e a 62 anni se si è ancora in servizio.