Tutte le bugie sul reddito di cittadinanza è perché la via è quella della sua cancellazione

reddito di cittadinanza
Iniziano copiose le polemiche sul reddito di cittadinanza che il Governo Meloni ha messo nel mirino come una misura da cancellare. Il progetto per l’esecutivo di centrodestra ormai è chiaro. Il sussidio deve essere cancellato, ma non si può fare subito per ovvie ragioni. Chi è favorevole al sussidio, oppure semplicemente chi critica per partito preso l’operato del Governo, come molta carte stampata per esempio, critica le novità sul reddito di cittadinanza. Ma distorcendo una realtà incontrovertibile che pochi considerano. Nel frattempo il Governo continua sulla sua strada, con il 2023 che segnerà l’inizio della fine del reddito di cittadinanza. Inizieranno le limitazioni alla misura, per poi passare alla sua cancellazione e sostituzione, probabilmente nel 2024.

Tutte le bugie sul reddito di cittadinanza dei detrattori del Governo Meloni

Cancellare di colpo il reddito di cittadinanza non è possibile e chi critica la promessa elettorale del Governo forse sbaglia. Anche perché, il nuovo Governo sembra che abbia intenzione di mantenerla questa promessa. I dati di ANPAL sottolineano che la maggior parte dei percettori del sussidio sono persone inattivabili al lavoro. Circa 660mila sono i soggetti che potrebbero essere abili al lavoro e che oggi prendono il sussidio. Di questi pare che molti già lavorano, ma con stipendio talmente basso che prendono lo stesso il sussidio, come integrazione al reddito dal lavoro.
E sono le argomentazioni che i critici usano per dimostrare che il Governo sta usando una strada che non porterà frutti. Invece è proprio partendo dagli attivabili che il reddito di cittadinanza inizierà ad essere scardinato. E solo chi è un addetto ai lavori può conoscere alcune sfaccettature della misura che se cambiate, inevitabilmente miglioreranno il sussidio. Una cosa che la stampa nemica del Governo nemmeno considera. I furbetti del reddito di cittadinanza sono proprio quelli che lavorano, in nero o a stipendio basso (ma fasullo), pur di prendere il sussidio. E lì che il Governo intende intervenire. Eliminando il benefit a chi può lavorare ed è al di sotto dei 60 anni di età. Perché criticare una cosa simile?

Il sussidio della discordia

Una famiglia con un bambino invalido è fragile ed ha diritto ad essere aiutata. Ma se la famiglia è composta da 5 persone, con entrambi i genitori viventi, probabilmente ne basterebbe uno ad assistere il piccolo “sfortunato”. Gli altri, se maggiorenni, perché non devono lavorare? Controllare la veridicità degli stipendi è anche una cosa utile. Perché se si dà per scontato che ci siano i furbetti del bollo auto e delle tasse, cioè i tanto odiati evasori, argomento di critica anche per le sanatorie sulle cartelle del Governo. Perché? non si deve pensare ai furbetti anche per il reddito di cittadinanza? E poi chi lavora e prende il sussidio l’anno dopo, o dopo 2 anni per via dell’ISEE, pagherà dazio in termini di reddito di cittadinanza percepito.
Il meccanismo del sussidio è semplice. Se un beneficiario nel 2021 ha preso 400 euro al mese di stipendio per un lavoro part time, nel 2023 prenderà di sussidio, se non ha casa in affitto, solo 100 euro al mese. Tra tutte le bugie sul reddito di cittadinanza anche quella che i critici usano nel dire che ci sono beneficiari del sussidio che già lavorano.

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