Tutelare i diritti degli investitori è possibile

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La tutela degli investitori è uno dei diritti fondamentali quando si investe in prodotti finanziari. In Italia, esiste un ente il cui compito principale consiste nel monitoraggio della giusta applicazione dei diritti di tutti gli investitori e i risparmiatori. Questo ente è meglio noto come Consob, ossia la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa. La tutela dei diritti degli investitori è una condizione imprescindibile quando si vendono o acquistano prodotti finanziari e quando si offre l’opportunità di una compravendita di servizi. Ciascun investitore o risparmiatore gode di inviolabili diritti che talvolta non gli sono noti e che vengono, talvolta, violati da alcune agenzie. In questi casi, tutelare i diritti degli investitori è possibile? A chi rivolgersi? L’Arbitro per le controversie finanziarie (ACF) è l’ente di riferimento in questi casi. Vediamo quando e come è possibile contattare un ACF e per quali ragioni è preferibile una consulenza.

Cosa fa l’Arbitro per le controversie finanziarie e come può aiutare gli investitori

Poniamo il caso che vi venga in mente di voler investire parte del vostro patrimonio ma che non sappiate come e cosa fare. Decidete di rivolgervi a degli istituti competenti che vi offrono dei servizi di investimento, come banche o gestori di fondi comuni. In questo caso, voi siete i cosiddetti “investitori retail”, ossia quelli che non vantano particolari competenze e conoscenze in campo. Le banche o gli istituti, invece, fungono da “intermediari” esperti. Ipotizziamo che l’istituto di credito vi offra l’acquisto di prodotti finanziari illiquidi omettendo le importantissime informazioni al riguardo. In questo caso si potrebbe palesare l’ipotesi che siate stati indotti all’acquisto senza conoscere adeguatamente le limitazioni e le difficoltà legate ai prodotti finanziari acquistati.

Cosa fare? Come risolvere l’annosa questione e chiedere un risarcimento? Per tutelare i diritti degli investitori è possibile rivolgersi all’Arbitro per le controversie finanziarie. Si tratta di un organo istituito dalla Consob che mira a risolvere le controversie tra i retailers e gli intermediari. Solitamente, ci si avvale di questo organo quando l’intermediario ha violato i principi di trasparenza, chiarezza e correttezza dell’informazione.

Come richiedere l’arbitrato e quanto costa

Per tutelare i diritti degli investitori è possibile ricorrere all’arbitrato e cercare di ottenere un risarcimento. Generalmente, si procede formulando richiesta sul sito Consob. L’arbitrato, come consuetudine vuole, è esente da costi o spese connesse. Sul sito Consob è possibile scaricare tutti i documenti utili da compilare e rispedire controfirmati. Se la richiesta di ricorso viene accolta, allora la banca potrà essere invitata al rimborso. Nel caso di un rifiuto da parte dell’istituto di credito, l’Arbitro potrebbe ricorrere ad azioni di pubblica comunicazione del rifiuto di pagamento. Come? Ad esempio, pubblicando sul proprio sito e su due quotidiani nazionali informazioni che farebbero cattiva pubblicità all’istituto. In ogni caso, il retailer potrebbe a quel punto intentare una vera e propria causa in tribunale per la richiesta di risarcimento. In questi casi è sempre bene farsi affiancare da un legale professionista che segua adeguatamente la causa del retailer.

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