Truffa del doppio SPID: identità a rischio e conti correnti svuotati, ecco come evitarla

Truffa del doppio SPID: identità a rischio e conti correnti svuotati, ecco come evitarla

Lo SPID è la credenziale digitale richiesta per accedere ai servizi telematici della Pubblica Amministrazione. Una nuova truffa, tuttavia, minaccia tutti gli utenti e consente ai malintenzionati di rubare dati e informazioni personali. Grazie al furto di identità, i ladri possono accedere ai portali amministrativi ufficiali, come quello dell’INPS o dell’Agenzia delle Entrate, e mettere le mani su pensioni, prestazioni economiche e rimborsi fiscali.

La vicenda è stata denominata “truffa del doppio SPID“, perché chi entra in possesso dei documenti di un cittadino può tranquillamente attivare un secondo profilo SPID a suo nome, con un altro gestore, ma cambiando email e numero di telefono. Le vittime, in pratica, non si accorgono che è stato creato un secondo account con le proprie informazioni anagrafiche.

Spesso, purtroppo, la creazione di appositi strumenti digitali per i cittadini non è accompagnata da un’adeguata informazione; per tale motivo, è fondamentale aggiornarsi costantemente e conoscere le tecniche per tutelarsi.

Truffa del doppio SPID: come agiscono i criminali?

La truffa del doppio SPID è una delle più pericolose attualmente in circolazione e sta scatenando il panico tra tantissimi utenti. È possibile a causa di una grave falla nel sistema di creazione dello SPID. La legge, infatti, consente l’attivazione simultanea di più credenziali digitali, con provider differenti; i diversi gestori, tuttavia, non comunicano tra loro.

Truffa del doppio SPID: come agiscono i criminali?

Truffa del doppio SPID: come agiscono i criminali?

Se, dunque, un terzo soggetto apre uno SPID a nome di un altro, il malcapitato non riceve alcun avviso da parte del gestore dell’identità digitale. Di conseguenza, il cittadino titolare del primo SPID continua a usarlo non notando alcuna anomalia e inconsapevole che è stato creato un secondo account con un diverso provider. Proprio quest’ultima identità viene usata dai truffatori per accedere ai servizi pubblici e rubare pensioni, bonus e rimborsi.

In base a quanto sostenuto dall’Agenzia per l’Italia Digitale, attualmente mancherebbe una piattaforma centralizzata per l’accertamento della presenza di altri SPID attivi legati al proprio codice fiscale.

I trucchi per scongiurare la truffa

Poiché non esiste un apparato normativo in grado di tutelare i cittadini, è necessario che siano gli stessi interessati ad avere precisi accorgimenti, diretti alla prevenzione delle frodi. In particolare:

  • va sempre verificato l’IBAN sui principali portali della Pubblica Amministrazione, come Agenzia delle Entrate, INPS, NoiPA, per accertarsi che corrisponda al proprio. Nel caso di anomalie, va sporta denuncia alle autorità competenti e avvertito l’Ente;
  • va evitata la condivisione dei propri documenti, come carta d’identità e codice fiscale, per email o sui social;
  • se possibile, va attivata l’autenticazione a due fattori, sia per i servizi bancari o postali sia per i portali della Pubblica Amministrazione;
  • bisogna fare attenzione al pishing e allo smishing, ossia alla ricezione di email e SMS con intenti fraudolenti, con i quali si chiede la fornitura di dati personali in cambio dell’accredito di bonus o rimborsi;
  • è necessario aggiornare continuamente il sistema operativo del proprio cellulare, evitando l’installazione di app non verificate e proteggendo il dispositivo con PIN oppure riconoscimento facciale o impronta digitale;
  • se si hanno dubbi su un furto d’identità, si potrebbero contattare i vari gestori di SPID (attualmente in Italia ce ne sono 12).