A mali estremi, estremi rimedi. Così, mentre si discute su come fronteggiare la carenza di materie prime che deriva dal conflitto tra Russia e Ucraina, si pensa ad altro. E cioè a chiudere con il gas proveniente dalla Russia. Oltre agli acquisti presso altri Paesi fornitori a caro prezzo, l’investimento in rinnovabili i cui effetti, però, non saranno immediati, è previsto un incremento delle estrazioni. Il Pitesai (Piano per la Transizione Ecologica Sostenibile delle Aree Idonee) è stato approvato nel mese di febbraio. Si tratta di un documento corposo, noto anche per il disappunto degli ambientalisti. Il piano (di rimando) contiene anche la mappa delle zone idonee per attività di prospezione e ricerca sia in mare che su terraferma.
Ritorno al passato
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Molto contestate nel recente passato dagli ambientalisti, al punto da riuscire in qualche caso a bloccare piani e progetti, adesso le trivelle tornano a prendere piede. Sono necessarie. Perché se Draghi dice e assicura che senza condizionatori avremmo la pace (?), nei fatti senza l’incremento della produzione interna saremmo senza luce, corrente e riscaldamenti. E non sarà più questione di abbassare le temperature di qualche grado. Potremmo andare incontro a delle reali rinunce. Per capirsi, in ballo c’è l’illuminazione ma anche l’uso di elettrodomestici: lavatrice, lavastoviglie, phon e piastra, freezer e frigo.
Dove si potrà estrarre
Secondo il Pitesai 2022 le aree idonee alla ricerca rappresentano il 42,5% del territorio nazionale. Si tratta del coinvolgimento di 15 Regioni tra cui la Campania, l’Abruzzo, la Basilicata, la Calabria. Ancora il Lazio, l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia, il Molise, le Marche. E ancora il Piemonte, la Puglia, la Toscana, il Veneto e la Sicilia. Insomma, quasi tutto lo Stivale sarà interessato dal fenomeno. Ed ecco le aree in Italia in cui sarà possibile andare a fondo. Si tratterà di circa 12.000 km² e 50 permessi già presentati in passato.
Quindi non è da escludere che ben presto nei pressi della propria abitazione ci si possa trovare una trivella in azione. Senza se e senza ma. Non possiamo permettercelo salvo la volontà di tornare a vivere col cero acceso e portare i panni in testa con la cesta per lavarli nei nostri fiumi inquinati di escherichia coli.
Trivelle in azione, ecco le aree in Italia in cui sarà possibile andare a fondo per cercare gas
Le aree marine interessate rappresentano l’11,5%. E tra i nuovi siti individuati ci sono il Canale di Sicilia, le coste dell’Adriatico comprese tra le Marche e l’Abruzzo, alcune zone nei pressi di Venezia. Ancora al largo della Puglia e nel Golfo di Taranto. Gli ambientalisti storcono il muso perché ritengono che in alcune aree in particolare, le trivelle possono produrre conseguenze negative. Il riferimento è agli ecosistemi e ai suoi equilibri che verrebbero di fatto intaccati.
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