Tributi e contributi, non pagheremo 17 miliardi

coronavirus

Per i mesi di aprile e maggio con lo stop a tributi e contributi, non pagheremo 17 miliardi. Possiamo ritenerli dei primi benefici immediati del decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Questa cifra viene fuori dalla relazione tecnica a corredo del decreto emanato per combattere la crisi economica scatenatasi con le norme restrittive da coronavirus.

Cosa sono sospesi

Per due mesi non siamo tenuti a fare molti pagamenti. Alcune scadenze sono state rinviate. Possiamo tenere i soldi in cassa ed usarli per altro. La sospensione è per i versamenti delle ritenute e dei contributi assistenziali e previdenziali e i premi di assicurazione obbligatoria sul lavoro dipendente.

Anche i versamenti Iva a favore degli esercenti attività di impresa, arte e professione e le ritenute sui redditi di lavoro autonomo sono sospesi. In questo caso trattasi di casi specifici che hanno un ammontare di ricavi o compensi non superiore a 400mila euro riferiti al 2019.

Tributi e contributi, non pagheremo 17 miliardi

Lo Stato non incasserà per le ritenute circa 4,340 miliardi di euro e un ammontare di Iva pari a circa 5,531 miliardi di euro. Queste risultanze sono in base ai dati dichiarativi e quelli della fatturazione elettronica.

Siamo a poco più della metà dei 17 miliardi che lo Stato non incasserà nei prossimi mesi ma che vorrà giustamente dopo. Per completare il quadro vanno aggiunti gli effetti stimati della proroga della sospensione delle ritenute per i lavoratori autonomi circa 920 milioni di euro.

Il conto totale per versamenti fiscali sospesi è di 10,8 miliardi.

Gettito contributivo pesa meno

Anche il gettito contributivo è sospeso parliamo di oltre 6,5 miliardi, che vanno sommati ai 10,8 miliardi dei versamenti sospesi. A tirare le somme tra tributi e contributi, non pagheremo 17 miliardi. Ma non pagare oggi non vuol dire non farlo mai. Arriverà la data che lo Stato vorrà gli importi, per fortuna non chiederà gli interessi. A quanto pare l’orientamento è di farsi pagare in comode rate in modo da non pesare troppo sui contribuenti che fanno i conti con il riavvio delle attività.

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