Quali sono i tre principali ostacoli, che potrebbe incontrare il Presidente del Consiglio nel far proseguire il suo esecutivo?
E quali incontri si sono tenuti con Draghi e per quali motivi?
A chi attento agli scenari politici ed ai dietro le quinte della politica ufficiale, non sarà sfuggito che si apre un periodo particolarmente difficile per Conte.
Vediamo quindi tre ostacoli sul percorso di Conte ed incontri semi-segreti con Draghi.
Elezioni e referendum
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Elezioni e referendum costituiscono un importante appuntamento, perché le cose potrebbero risolversi negativamente per l’attuale maggioranza.
Secondo alcuni sondaggi le regionali porterebbero ad una vittoria del centro desta in almeno 4 regioni su 6. E, quindi, verrebbe messa in discussione l’attuale strategia di una alleanza tra cinque stelle ed altri partiti del centrosinistra, soprattutto con il PD.
Una maggioranza che già è divisa anche rispetto alle misure europee, come il MES.
Negativamente potrebbe pesare anche una bocciatura del referendum sul taglio dei parlamentari.
Un possibile conflitto di interessi tra i tre ostacoli sul percorso di Conte
Ma dobbiamo considare anche una circostanza, forse meno nota alla maggior parte dei lettori, un potenziale conflitto di interessi.
Come noto, la compagna del Presidente Conte riveste un ruolo importante in società riconducibili al padre, che aveva un contenzioso con il fisco.
La questione si era conclusa con un accordo di pagare quanto dovuto in 10 rate, ma si vorrebbe portare l’accordo a 18 rate.
Ma da chi dipende la decisione?
Dal Ministero dell’Economia, e quindi Conte potrebbe, per tale motivo, essere ritenuto in una situazione di potenziale conflitto d’interesse.
Ma se Conte si dimettesse?
In questo periodo si sono susseguiti alcuni incontri, che si è tentato di mantenere riservati, tra Draghi ed esponenti politici di primo piano, come Zingaretti e Giorgetti.
Parrebbe, da alcune indiscrezioni, che il fine sarebbe stato quello di sondare la disponibilità dell’ex numero 1 della BCE per un possibile nuovo esecutivo, ovviamente nel ruolo di Presidente del Consiglio.
Questo fatto ci avverte quindi di almeno due circostanze: la prosecuzione dell’attuale esecutivo è tutt’altro che scontata.
Inoltre Draghi viene probabilmente ritenuto l’unico in grado di assumere il timone del paese.
Sosterrebbero un esecutivo Draghi i cinque stelle che fanno capo a Di Maio, Forza Italia, la Lega, e qualche altra componente minore.
Principale opposizione da parte di Fratelli d’Italia.
Una diversa politica. Quali le principali diversità rispetto al governo Conte?
Tra le principali diversità, probabilmente la messa in discussione non solo di quota 100, comunque misura che era prevista già inizialmente come temporanea, ma in questo caso ne potrebbe essere decisa la fine anticipata, e il reddito di cittadinanza, entrambe misure invise all’UE.
Inoltre si farebbe ricorso al MES, inviso ai Cinque Stelle.
Un piano di sviluppo potrebbe, tra l’altro, prevedere estensione dei provvedimenti cui si riferisce il cosiddetto bonus 110 per cento, finanziati anche con le risorse provenienti dal recovery plan. E sappiamo quanto l’ediliza possa costituire fattore trainante per l’economia, e dotato di un elevato moltiplicatore economico. Il tutto unitamente ad altri piani di sviluppo, che Draghi ha già più o meno esplicitamente contrapposto alla marea dei bonus assistenziali prodotti dall’attuale esecutivo.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“