Estate, tempo di vacanze, per chi può permettersele. Ma con quali rischi e disagi? A parte quelli per la salute, cosa deve temere chi si allontana dalla propria abituale residenza in questa estate 2020?
Trasporti, disagi e rischio chiusura strutture
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Francamente, a me sono sembrate, pur senza intenzione, un po’ beffarde le parole di Conte all’inaugurazione del nuovo ponte di Genova. Infrastruttura che sarebbe simbolo di una Italia che si rinnova ed esce dai problemi. Quasi nelle stesse ore provvedimenti contraddittori, tra le diverse autorità competenti, mandavano in tilt parte rilevante del traffico ferroviario. Proprio il comparto dei trasporti di cui il ponte è simbolo.
Ma ulteriore caos e diversi problemi, anche di un certo rilievo, sono quelli che possono trasformare una serena vacanza in un vero e proprio incubo.
Caos trasporti
Il ministro Speranza ha emanato un provvedimento che reintegra il distanziamento sui treni a lunga percorrenza. Da parte loro diverse regioni hanno ritenuto non applicabile tale provvedimento su treni a percorrenza esclusivamente locale, indicando quindi che su questi continuava a non applicarsi il distanziamento.
Ne è seguita non poca confusione, e quel che è peggio, un numero significativo di treni sono stati soppressi, lasciando a terra anche chi già aveva acquistato il biglietto. Una confusione, peraltro nel periodo meno opportuno, che non depone certo a favore di una immagine di serietà e di efficienza delle nostre autorità. Ma c’è qualcosa di ancora più grave.
Rischio chiusura attività
Anche nel caso vengano rispettate tutte le misure di prevenzione, non si può escludere a priori che in un esercizio pubblico, una spiaggia, un bar, un ristorante o un albergo, sorga un focolaio virale. Con conseguente chiusura dell’attività e, nei casi peggiori, anche quarantena dei frequentatori e dei contatti rintracciati dalle autorità.
Cosa fare per i rimborsi?
Un primo problema è quindi il seguente. Sia coloro che non hanno potuto usufruire del trasporto ferroviario che coloro che hanno prenotato un periodo in una struttura, una spiaggia, etc., poi chiusa, potrebbero quindi dover innanzi tutto cercare di recuperare i soldi sborsati. Le società che gestiscono il trasporto ferroviario hanno predisposto regolamenti contrattuali per i rimborsi. Occorre quindi seguire le istruzioni e rivolgersi agli uffici incaricati.
Potrebbe essere più complicato il rimborso nei confronti di strutture ricettizie alberghiere o stabilimenti balneari. Nel caso di chiusura per ordine dell’autorità, la situazione dovrebbe essere inquadrata nel caso fortuito, se non sussiste responsabilità del gestore.
Soprattutto per questi casi è opportuno, prima di sottoscrivere un qualsiasi contratto, leggere attentamente le clausole. Queste, infatti, potrebbero escludere comunque forme di rimborso per casi fortuiti o di forza maggiore.
Sarebbe sempre preferibile che il contratto con una struttura alberghiera, con uno stabilimento balneare etc., prevedesse esplicitamente un rimborso per casi come la chiusura ordinata dalle autorità, anche qualora non dipendenti da responsabilità, ma da caso fortuito o forza maggiore. Diversamente, nella malaugurata ipotesi di un caso fortuito, i soldi sborsati potrebbero essere persi definitivamente.
Ulteriori problemi: rischio quarantena
Ma anche nel caso un contratto preveda espressamente le clausole citate sopra, non è detto che tutto sia risolto. Dobbiamo pur sempre fare i conti con la possibilità che un contratto non venga adempiuto e quindi, se proprio vogliamo farlo onorare, spesso non ci rimane che adire le vie legali. Ma i problemi non si limitano, necessariamente, a questi aspetti.
Potrebbe infatti succedere che, avendo le persone frequentato una determinata struttura, si trovino poi eventualmente esse stesse costrette ad un periodo di quarantena. Ecco quindi il rischio a cui molti non pensano. Certo, il turismo merita di essere sostenuto ed incentivato, ma non a costo della salute e dell’incolumità. Ricordiamoci quanto fosse fastidioso restare reclusi durante il lockdown.
Immaginiamo quanto lo sarebbe ancora di più se costretti a passarlo in un luogo, magari una caserma, o comunque un posto che non è neppure casa nostra.
Trasporti, disagi e rischio chiusura strutture. Quali sono i rischi effettivi in Italia?
Ma qual è il rischio di contagio in Italia? A tale domanda ha risposto sempre il ministro Speranza, con riferimento ai dati emersi dalla recenti indagini epidemiologiche. Su 20 persone la probabilità che una sia stata esposta al virus è del 50 per cento. Questo non significa però che si tratti necessariamente di persona malata o comunque necessariamente in grado di contagiare altre persone.
Dipende dalla carica virale. Solo quella che raggiunge determinati livelli quantitativi comporta rischio di contagio.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT”