Come il reddito da lavoro dipendente e autonomo, anche sulla pensione grava l’IRPEF. Al di là dei molti pensionati che si trovano con redditi nella no tax area, tutti coloro che vivono di pensione sono costretti a pagare l’IRPEF. Questo significa che la pensione lorda è decurtata di almeno un 23% (aliquota IRPEF per i redditi fino a 15.000) per i redditi più bassi. Molti sono i pensionati che decidono, quindi, di trasferire la propria residenza all’estero. Da una parte per avere una tassazione minore sull’assegno previdenziale. Dall’altro perchè in alcune zone il potere di acquisto della pensione italiana è molto più alto rispetto a quello che si ha in patria. Trasferirsi all’estero permette ai pensionati di vivere dignitosamente con molto poco. Ma non tutte le misure lo permettono.
All’estero in cerca di una vita dignitosa
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Per non vedersi applicare la tassazione IRPEF sulla pensione è necessario trasferire la propria residenza all’estero. Se si sceglie uno dei Paesi che hanno sottoscritto un accordo bilaterale con l’Italia sarà possibile vedersi tassare i redditi da pensione una sola volta. Per evitare la doppia tassazione sulla pensione è necessario non avere domicilio e dimora in Italia per almeno 6 mesi l’anno. 183 giorni l’anno per la precisione.
La realtà dei pensionati in fuga dall’Italia non è più una novità ma un fenomeno ormai consolidato. Moltissimi, infatti, sono gli over 65 che scappano dall’Italia a causa degli assegni troppo bassi. Inizialmente lo scopo era quello di cercare una tassazione minore. Nel tempo il trasferimento all’estero dei pensionati ha seguito anche altre logiche. Non ultima la ricerca di luoghi con clima mite che porta effetti positivi anche sulla salute. Ma è apprezzato anche il costo della vita sicuramente più basso rispetto all’Italia.
Trasferirsi all’estero permette ai pensionati di vivere anche con meno di 1.000 euro al mese ma non con questa misura
In alcuni Paesi oltre confine i pensionati riescono a vivere dignitosamente e senza restrizioni anche con assegni con importo inferiore ai 1.000 euro al mese. Ma bisogna fare molta attenzione perchè non tutte le misure permettono il trasferimento di residenza.
Tutte le prestazioni previdenziali vengono erogate anche se si sposta la propria residenza oltre confine. Ma prestazioni come l’assegno sociale, ad esempio, richiedono la residenza in Italia. Anche l’insospettabile pensione con APE sociale non permette di avere residenza al di fuori dall’Italia. Il beneficiario della prestazione, infatti, deve comunicare all’INPS il venire meno della residenza in Italia entro 5 giorni. Ai residenti all’estero, anche se iscritti all’AIRE, quindi, l’APE sociale non viene riconosciuta. Ma se sono già titolari del beneficio al momento del trasferimento, lo perdono.
Per chi si pensiona con l’APE sociale, quindi, un eventuale trasferimento all’estero deve attendere il compimento dei 67 anni. Ovvero quando termina la fruizione dell’APE sociale e inizia il diritto alla pensione di vecchiaia.
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