Curare il proprio giardino significa arricchirlo sempre di nuove piante e fiori. Gli animali da compagnia trascorrono la maggior parte del tempo all’aperto, tuttavia non sempre il nostro spazio verde è sicuro per loro. Molti ignorano che alcuni tipi di piante tenute in giardino in realtà rappresentano un vero e proprio pericolo per i nostri animali. In particolare esiste una pianta che se ingerita provoca l’avvelenamento e in seguito la morte dell’animale.
Una pianta primitiva
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La cycas un genere della famiglia delle Cycadaceae, piante gimnosperme dell’ordine Cycadales, che hanno origine dal continente asiatico oltre che, dell’Africa e dell’ Oceania. L’aspetto della pianta ricorda molto la palma, ma questo non deve trarre in inganno, si tratta di piante molto arcaiche, più affini alle conifere. Sono esemplari arborei o arbustivi, con grandi foglie pennate o bipennate. Le foglie disposte a spirale all’apice del fusto non ramificato, formano una corona e foglie non verdi, lanuginose, la cui funzione è quella di proteggere le gemme. Le cycas sono considerate “fossili viventi” in quanto sono stati ritrovati fossili di questa pianta risalenti al Trias superiore. Nel Cretaceo ebbero una grande diffusione riducendosi gradatamente nel Terziario. Di grande rilevanza il ruolo della cycas per la paleobotanica, infatti lo studio di queste piante ha permesso di comprende i fossili di piante ormai estinte.
Tra le piante velenose per i nostri animali c’è anche questa
La cycas è una pianta ornamentale molto diffusa ma che rischia di essere mortale perchè tra le piante velenose per i nostri animali c’è anche questa. Vivaisti, architetti del verde e talvolta gli stessi veterinari sono purtroppo all’oscuro della elevata tossicità di questa specie. Tutte le parti della cycas sono velenose, ma nei semi o “noci” si concentrano il maggior numero di tossine. I cani sono più esposti al rischio di avvelenamento in quanto più portati a masticare le parti della pianta.
Anche solo un seme può produrre gravi problemi, i primi sintomi insorgono dopo poche ore dall’ingestione. Vomito, diarrea, sete, intensa salivazione e dolore addominale sono i più comuni. A questi seguono, dopo qualche giorno, i primi segni dell’insufficienza epatica la quale può anche portare alla morte dell’animale. Ad oggi non esiste una cura, le uniche terapie disponibili sono la precocità dell’intervento di decontaminazione ed il supporto delle funzioni vitali. L’unico modo per evitare l’avvelenamento è la prevenzione
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