Tra la separazione e la comunione dei beni: quale conviene di più
La scelta del regime patrimoniale è una questione non sempre semplice. Statisticamente, sempre più coppie scelgono il regime della separazione dei beni, a volte, inconsapevolmente.
Non è superfluo, pertanto, ricordare che la scelta del regime patrimoniale della comunione o della separazione incide non solo sull’amministrazione dei beni della famiglia ma comporta grandi responsabilità e conseguenze nel caso in cui il matrimonio finisca.
Quando fare la scelta
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In mancanza di indicazioni contrarie, agli sposi, si applica automaticamente il regime della “comunione dei beni”. I coniugi possono scegliere di adottare la separazione:
1.prima del matrimonio, con atto pubblico alla presenza di due testimoni
2.al momento della celebrazione, con dichiarazione verbale all’ufficiale celebrante
3.dopo il matrimonio, con atto pubblico alla presenza di de testimoni
Tra la separazione e la comunione dei beni: quale conviene di più?
Quando conviene la separazione
Non esistono regole assolute. Le scelte che i coniugi adottano quando decidono di condividere un progetto di vita devono essere scelte consapevoli. Per questo motivo, è sempre utile discuterne.
Generalmente, si sceglie la separazione dei beni quando uno dei due coniugi, per cause legate all’attività commerciale o professionale svolta, è maggiormente esposto a rischi di natura patrimoniale.
In questi casi, si stabilisce che i patrimoni personali dei coniugi devono restare tali.
I coniugi, infatti, optando per questo regime piuttosto che per l’altro, restano gli esclusivi titolari dei beni acquistati sia prima che dopo il matrimonio.
Tuttavia, nel caso di un acquisto congiunto, i coniugi acquistano il bene in comunione ordinaria e non legale, pertanto, ciascuno può sempre chiederne la divisione.
Quando conviene la comunione
La comunione legale dei beni, invece, determina necessariamente la cointestazione dei beni in parti uguali.
Con il regime della comunione, tutti i beni acquistati dopo il matrimonio diventano di entrambi.
Tuttavia, entrano in comunione anche i debiti che saranno condivisi dai coniugi.
Pertanto, la comunione si consiglia solo nel caso in cui non si prevedano particolari situazioni di conflitti di natura patrimoniale in sede di separazioni o divorzi e si disponga comunque di beni acquistati prima del matrimonio.
Di regola, quando tra i coniugi c’è un divario tra le posizioni patrimoniali non si consiglia mai il regime della comunione.
Il coniuge più debole potrebbe, infatti, approfittare della posizione economica dell’altro coniuge.
La comunione dei beni soprattutto se i patrimoni sono importanti resta sempre la soluzione più complicata soprattutto in caso di separazione.
La scelta di un regime rispetto all’altro ha delle ricadute anche sotto il profilo successorio.
Nel caso di comunione dei beni, alla morte del coniuge il 50% dei beni acquistati durante il matrimonio cadrà in successione, nel caso di separazione dei beni, nell’asse ereditario sarà compresa solo la quota a lui intestata
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