I sentieri della vita, morfologici e metaforici, sono un continuo susseguirsi di saliscendi. Momenti di gloria e altri di debolezza si alternano e rincorrono secondo dinamiche particolari. È quanto accade, per esempio, ai titoli quotati sui mercati, bond di Stato inclusi. Per esempio, tra il BTP Valore 2027 e il BTP Valore 2028 c’è un titolo che sale e uno che scende. Perché questi trend “contradditori”?
Ricordiamo che tra giugno e ottobre il MEF ha emesso due BTP di una nuova famiglia di titoli retail che hanno avuto successo presso i risparmiatori. I bond, del resto, erano studiati per andare incontro alle esigenze di investimento del piccolo investitore e alle necessità del Tesoro di finanziarsi sul mercato dei capitali.
I punti di comunanza tra i due BTP Valore
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In entrambi i casi si è trattato di emissioni dedicate esclusivamente ai risparmiatori individuali e affini, il c.d. pubblico retail. Sono due bond con una struttura dei tassi step-up, cioè fissi e crescenti al trascorrere del tempo. L’emittente ha previsto per entrambi i bond due tassi nominali annui per i due step in cui è divisa la loro durata.
Nel dettaglio, il titolo emesso a giugno ha una durata di 4 anni (annui residui: 3,6 circa) e paga il 3,25% per il 1° e 2° anno e il 4,00% per il secondo biennio. Il titolo emesso agli inizi del mese, invece, ha una durata di 5 anni divisi in due step, un triennio iniziale e poi un biennio. Per i primi 3 anni la cedola annua lorda è del 4,10%, sale al 4,50% per il 4° e 5° anno.
Per i sottoscrittori della prima ora, infine, è previsto in entrambi i casi un premio fedeltà finale dello 0,50% lordo del capitale nominale sottoscritto. Altro elemento in comune è il regime fiscale (12,50% su cedole, premio fedeltà o eventuale plusvalenza in caso di vendita anticipata).
I principali punti di divergenza tra i due titoli di Stato
Le principali divergenze attengono principalmente intorno a tre elementi.
Il primo è la durata, come abbiamo visto sopra.
La seconda attiene alla periodicità degli interessi. Mentre il bond quadriennale stacca la cedola ogni 6 mesi come la generalità dei BTP, l’ultimo arrivato ha presentato una novità assoluta al riguardo. La cedola è staccata ogni 3 mesi, per cui il sottoscrittore si ritrova 4 accrediti (netti) annui.
L’ultima, infine, attiene proprio al livello dei tassi offerti. Il titolo collocato a ottobre ha un rendimento medio ponderato superiore di circa un punto percentuale.
Tra il BTP Valore 2027 e il BTP Valore 2028 c’è un titolo che sale e uno che scende: quanto valgono oggi sul mercato e perché?
Ora, è proprio questa divergenza di tassi (a parità di rischio, rating emittente, ‘quasi’ durata) che in gran parte spiega perché un corso è salito e l’altro è sceso.
Il BTP Valore 2027 prezza stamane a 98,04 al momento in cui scriviamo, mentre il titolo quinquennale 100,40 centesimi. Ovviamente il cassettista che porterà il bond a scadenza riceverà in entrambi i casi sempre 100, il valore nominale.
Per l’emittente le condizioni di mercato tra giugno e ottobre sono state ben diverse, per cui è stato costretto a offrire cedole più robuste. Si tratta di un punto di forza rispetto all’omologo bond con scadenza 2027.
A ottobre, rispetto a giugno, c’erano stati nuovi aumenti dei tassi BCE, e forse questa emissione è avvenuta in un contesto di tassi ai massimi o a ridosso dei massimi. Ancora, in autunno le tensioni su spread e manovra finanziaria si tagliavano/tagliano col il coltello, tutti elementi che portano in risalita i rendimenti.
Si giocano intorno a questi ed altri elementi similari, in definitiva, le divergenze dei corsi dei due BTP Valore ad oggi in circolazione.