Si apre un periodo potenzialmente delicato per molti studenti e per le loro famiglie. Stanno infatti iniziando i famosi esami di riparazione. Quelli che devono essere affrontati da studenti cui sono stati attribuiti debiti formativi. Una volta si sarebbe parlato di insufficienze, ma il concetto non cambia. Ma come avviene la valutazione dello studente e chi non accetta il giudizio scolastico cosa può fare?
Il giudizio sullo studente
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La normativa in materia scolastica assegna all’autonomia del singolo docente una certa discrezionalità valutativa. E tale principio vale anche per gli esami di riparazione. Pertanto assegnare, ad esempio, un punteggio invece di un altro a determinati esercizi di matematica con esito positivo, può presentare delle variabili da professore a professore e da scuola a scuola. Il giudizio finale, tuttavia, non è mai opera di un solo docente. Anche nel caso in cui lo studente debba sostenere un esame in una sola materia. Spetta sempre al’organo collegiale, costituito da più docenti, decidere la sorte finale dello studente. Il docente propone un voto, poi si decide collegialmente. Ma, quindi, si è comunque obbigati ad accettare un eventuale esito negativo assegnato dai docenti?
La giustizia in materia scolastica
Possiamo dire che la giustizia, che si occupa di tante materia, entra anche a scuola. Essendo infatti possibile ricorrere al Tar, Tribunale amministrativo regionale, contro l’esito scolastico negativo del proprio figlio. Il Tar diverse volte ha dato ragione ai genitori.
Occorre chiarire che quella del Tar costituisce una cosiddetta gurisdizione esclusiva. A differenza di altre materie, in cui la competenza viene suddivisa tra tribunali civili e amministrativi, il Tar si occupa in via esclusiva di ogni aspetto della materia. Peraltro con una competenza estesa al merito. Questo significa che il Tar si occupa sia degli aspetti inerenti al rispetto formale di norme e procedure, sia del merito delle decisioni assunte in sede scolastica.
Tra le motivazioni che, ad esempio, hanno consentito di capovolgere i verdetti scolastici per mancato rispetto di norme e procedure, la mancata organizzazione di corsi di recupero e la mancata o insufficiente comunicazione alla famiglia che lo studente presentava delle lacune. In considerazione del diritto della famiglia ad una corretta informazione e ad un sistema che provveda a colmare dette lacune. Infatti anche la comunicazione carente impedisce alla famiglia di provvedere, anche solo autonomamente, per tempo.
Di qui l’annullamento di decisioni financo inerenti alla bocciatura.
Visti i tempi ristretti in cui iniziare il successivo anno scolastico, spesso il Tar interviene con decisioni temporanee definite ordinanze provvisorie. Comunque, essendo tali decisioni giudiziarie prese in base all’esistenza di un consistente fumus boni jurus, ben difficilmente si assisterà ad una sentenza definitiva contraria all’ordinanza.
Decisioni di merito
Ma non sono solo le questioni formali o le violazioni di norme e principi giuridici, a poter consentire una decisione favorevole allo studente. In molti casi la valutazione dell’autorità giudiziaria coglie falle ed errori anche nel merito. Non nel senso che i giudici possano sostituirsi nella valutazione sull’allievo, ma nel senso che spesso i giudizi scolastici non tengono conto di elementi di fatto o di circostanze, o ne tengono conto, ma in modo contraddittorio. Ad esempio si potrebbe non tener conto che, nonostante debiti formativi, lo studente è migliorato significativamente e potrebbe quindi essere ritenuto in grado di affrontare il corso scolastico superiore. Motivazione che in diversi casi ha portato ad accogliere il ricorso contro le decisioni scolastiche.
Tra esami di riparazione e ricorsi al Tar: studenti e genitori alle prese con esami di riparazione e giudizi scolastici. Conclusioni
Anche il sistema scolastico italiano si basa sul rispetto di norme giuridiche e procedurali, il cui mancato rispetto costituisce violazione di legge. Il Tar interviene sia in questi casi, che nel caso ritenga contraddittoria o comunque ingiustificata la valutazione assegnata dalla scuola allo studente. Ben potendo anche sovvertire completamente il giudizio scolastico, che è pur sempre un atto amministrativo assegnato alla sua giurisdizione. Sia tramite ordinanza che in sentenza. Infine, ricordiamo tra la potestà del Tar quella di richiedere un nuovo esame dello studente, vincolando i docenti a disattendere precedenti parametri di valutazione, ritenuti errati.
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