Il recente rialzo dei rendimenti sui titoli di Stato ha modificato i criteri di scelta tra i due principali prodotti d’investimento a garanzia dello Stato. A seconda della durata dell’investimento, infatti, i rendimenti di BTP e BFP divergono. Questa situazione determina la possibilità di scegliere il prodotto più conveniente tra i due, al netto delle altre condizioni.
Premesso ciò, tra BTP e buoni fruttiferi ecco dove conviene investire i risparmi accumulati sul conto corrente nel corso del 2021.
I punti di comunanza dei 2 prodotti d’investimento
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Vediamo brevemente quali sono i punti di comunanza e divergenza dei due strumenti.
I bond sono emessi dal Tesoro mentre i buoni da cassa Depositi e Prestiti e distribuiti per il canale (fisico e online) di Poste Italiane. Pertanto in entrambi i casi c’è la garanzia dello Stato sul capitale investito. Inoltre godono della tassazione agevolata al 12,50% e sono esenti da imposta di successione.
I punti di divergenza BTP e buoni fruttiferi
Un primo elemento di distinzione tra BFP e BTP riguarda il rimborso integrale del capitale iniziale. Questa circostanza vale in qualunque momento per i buoni, mentre solo a scadenza per i titoli di Stato. Da qui ne deriva che i BTP possono dar vita (altra divergenza) a un guadagno o una perdita in conto capitale. Tutto dipende dal proprio prezzo di acquisto contro quello di rivendita al mercato. Ad esempio abbiamo visto come uno dei BTP Futura a scadenza (o anche prima) renderà circa il 6,5% di extra guadagno.
Ancora, i buoni non prevedono costi di acquisto, gestione e rimborso. Per i titoli di Stato valgono invece le condizioni economiche previste dal proprio intermediario.
Quanto agli interessi, i buoni li riconoscono all’atto del rimborso, finale o intermedio, e per le sole finestre temporali interamente concluse. I BTP invece distribuiscono 2 cedole semestrali l’anno.
Tra BTP e buoni fruttiferi ecco dove conviene investire i risparmi accumulati sul conto corrente
Mettiamo adesso a confronto i redimenti dei due strumenti a garanzia dello Stato e vediamo quale conviene di più in base alla scadenza. Trattandosi di strumenti di risparmio di medio-lungo termine, consideriamo i 5 e i 10 anni.
Sul primo orizzonte temporale, probabilmente il buono fruttifero “4 anni risparmiosemplice” si lascia preferire. Diversi i possibili vantaggi:
- rende il massimo in 4 e non 5 anni, alle condizioni che abbiamo già illustrato;
- permette di entrare sullo strumento a piccoli step, senza impegnare il capitale tutto e subito;
- nella peggiore delle ipotesi, ossia urgenza di liquidare il prodotto, offre sempre la certezza del capitale di partenza.
Sulla durata a 10 anni l’attuale rendimento dei titoli di Stato è sicuramente più interessante. Al momento in cui scriviamo il decennale rende l’1,38% lordo, ossia l’1,2075% netto. In pratica 10mila euro investiti stamane sullo strumento farebbero guadagnare circa 120 euro netti per 10 anni, commissioni e inflazione a parte.
Il buono più interessante sulla scadenza a 10 anni è invece il buono 3X4 che al termine del nono anno applica i seguenti coefficienti:
- 1,0273268, lordo;
- 1,02391049, netto.
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