Titolo Eni e altri colossi petroliferi europei finiti nel mirino del fondo saudita?

Eni

Alla fine tanto tuonò che piovve. Del resto è un classico di tutte le fasi orso dei mercati. Chiunque ha immense disponibilità economiche le usa per entrare a forte sconto nel capitale delle “migliori” aziende quotate. Dove per “migliori” si intende società con bilanci in ordine, flussi di cassa consistenti e un attivo patrimoniale di primissimo ordine. Eni, per esempio. Che secondo indiscrezioni della stampa estera è finita nel mirino degli sceicchi arabi. Infatti sembra che il titolo Eni e altri colossi petroliferi europei finiti nel mirino del fondo saudita, che dispone di immensi capitali derivanti dal petrolio. Il fondo in questione è PIF (Public Investment Fund), in sostanza governato dal principe saudita Mohammed bin Salman.

Le major “puntate”

In verità Eni non sarebbe neanche l’unica aspirazione del principe saudita. Che ha posto gli occhi sulla francese Total, l’anglo-olandese Royal Dutch Shell, la norvegese Equinor ASA. Verrebbe da chiedersi perché il titolo Eni e altri colossi petroliferi europei finiti nel mirino del fondo saudita? La risposta è presto data: tutte queste major quotano a forte sconto rispetto a 2 mesi fa, e oggi scambiano ai prezzi di 3/5 anni fa. O addirittura di qualche decennio fa, come nel caso del cane a sei zampe! Per adesso si sa solo che saranno 200 milioni di dollari indirizzati all’acquisto di Equinor, mentre per le altre società non è dato sapere. In totale lo shopping mira a investire ben 1 mld di dollari in gioielli europei. E per questa via “allungare le mani” sempre sulla filiera del petrolio, ma più a valle della stessa.

Eni se ne avvantaggerà?

La notizia del fondo saudita è trapelata sulla stampa internazionale ieri sera, ma oggi l’azione in Borsa non sembra scossa più di tanto dalla news. A voler proprio cercare dei driver sottostanti al titolo, sembrano più gli andamenti dell’economia e il prezzo del barile di petrolio a guidarne il trend. Sicuramente anche il fatto di sapere ci sia un forte compratore in giro sui mercati potrà far bene al titolo, ma staremo a vedere.

La golden power

Il rischio di compere estere era stato già messo in preventiva dal Governo, che da qualche giorno ha introdotto il c.d. golden power.  Ovvero un potere speciale del Governo tesa a tutelare gli assetti proprietari delle società strategiche e d’interesse nazionale. Da esercitarsi, eventualmente, in caso di acquisti ostili di società “sensibili”. Tutto questo non impedirà al titolo Eni e altri colossi petroliferi europei finiti nel mirino del fondo saudita di poter essere acquisiti. Ma si tratterà pur sempre di quote minoritarie. Grosse nelle loro dimensioni, ma non tali da determinarne un passaggio di proprietà. Fortunatamente Eni resterà ancora a difendere il tricolore.