Titoli bancari: quali evitare adesso in Europa

titoli bancari

Con l’inversione della curva dei rendimenti Usa, la paura arriva per lo più sul settore dei finanziari.  Si guarda quindi  ai titoli bancari con sospetto. Quali  evitare adesso?

Deutsche Bank

La domanda nasce con il minimo storico registrato dalle azioni di Deutsche Bank non più tardi di ieri con una quotazione di 5,8 euro per azione, risultato arrivato con l’ultimo sell off del mercato. Una posizione che rispecchia quella che, secondo Citi, è la posizione dei titoli bancari tedeschi all’interno del più ampio panorama europeo. Una posizione definita pericolosa rispetto ai loro colleghi del Vecchio Continente. Un settore a sua volta comunque sotto stress sin dalla crisi finanziaria.

Il sistema bancario europeo

E non solo per quella. A dare una mano, in negativo, quindi a peggiorare la situazione è stata paradossalmente proprio la Bce a tenere i tassi di interesse continuamente bassi a tutto discapito degli utili. Nel secondo trimestre, infatti, il settore è stato fotografato in calo del 7% su base annua.  A questo si aggiunga il rallentamento economico globale, le tensioni commerciali e le numerose incertezze geopolitiche. I titoli finanziari tedeschi, a differenza di quanto si possa pensare, sono meno affidabili, secondo l’analisi di Citi, anche rispetto ai corrispettivi italiani.

Il motivo? Le banche italiane, spiegano da Citi “hanno fatto un po ’di pulizia nei loro bilanci, come le banche spagnole. I tedeschi l’anno prossimo realizzeranno un rendimento del 2-3% sul capitale proprio (ROE) e quest’anno andrà anche peggio ”.

Chi ha operato bene?

Una serie di misure di ristrutturazione e di taglio dei costi, infatti, ha riguardato il settore delle banche con i progetti migliori portati avanti dai rappresentanti del Benelux e della Scandinavia. In cosa consiste il vantaggio? Anche in questo caso la risposta è semplice: taglio del 50% delle filiali e riduzione del personale, misure a loro volta possibili perché in quelle zone il mercato del lavoro è estremamente flessibile, con una forte digitalizzazione che non comporta gravi gap generazionali.Ma l’analisi di Citi riguarda anche le banche francesi che hanno mostrato generalmente diversi progressi nell’opera di ristrutturazione.

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