È ufficiale l’acquisizione da parte di Poste Italiane del 15% delle azioni di Vivendi in Telecom Italia TIM. La manovra sarà perfezionata entro il 1° settembre 2025 e consentirà a Poste di detenere una partecipazione complessiva del 24,81% delle azioni ordinarie e del 17,81% del capitale. Già lo scorso 15 febbraio, Poste (tramite Cassa Depositi e Prestiti) aveva rilevato la quota del 9,81% di Tim.
Poste Italiane, dunque, si appresta a diventare il principale azionista di Tim. Con una nota pubblicata sulla sua pagina web ufficiale, la società ha comunicato che “in ogni caso, non intende acquisire una partecipazione superiore alla soglia rilevante ai fini della disciplina sulle offerte pubbliche di acquisto obbligatorie“.
L’operazione ha un valore di 684 milioni di euro, pari a 0,2975 euro per azione. L’importo verrà finanziato tramite cassa disponibile. La riuscita dell’acquisizione, tuttavia, è legata alla notifica all’Antitrust, ai sensi della normativa sul controllo delle concentrazioni.
Poste Italiane primo azionista di Tim: quali conseguenze per l’azienda e gli azionisti? I 3 possibili scenari
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Dopo anni di gestioni alternate estere e italiane, pubbliche e private, è ancora prematuro stabilire se la spinta di Poste Italiane segnerà una nuova era per Telecom Italia Tim. Al momento, è possibile soltanto fare previsioni sulle conseguenze del ruolo di azionista di Poste considerando tre tipologie di intervento:

Poste Italiane primo azionista di Tim: quali conseguenze per l’azienda e gli azionisti? I 3 possibili scenari
- sotto la nuova guida societaria, Tim predisporrà un piano e una gestione industriale a lungo termine e all’avanguardia, al fine di distinguersi in un panorama molto competitivo e che sappia imporsi sulla concorrenza grazie agli investimenti nel settore tecnologico;
- grazie a Poste, Tim avrà una governance forte e capace, retta da manager caparbi e preparati e il cui lavoro sarà sostenuto da un fitto team di professionisti;
- la nuova gestione Tim riuscirà a svolgere il suo ruolo di leader del settore delle telecomunicazioni in maniera del tutto indipendente dalla politica, evitando alcune scelte errate del passato (come, ad esempio, l’OPA Telecom a debito).
Se si seguiranno queste linee guida, sia i gruppi Poste Italiane e Tim sia i relativi azionisti potranno ottenere enormi soddisfazioni, con conseguenze benefiche sull’intero mondo delle telecomunicazioni italiane. Tutte le manovre future, tuttavia, dovranno essere studiate e attuate con estrema accuratezza e saggezza, soprattutto a causa dell’estrema concorrenza e competitività del settore.
Sinergie, accordi e piani accurati per rinnovare il settore delle telecomunicazioni
Poste Italiane ha anche sottolineato che è stata avviata la negoziazione per la fornitura di servizi per l’accesso di Postepay (la società diretta da Poste Italiane) alla rete mobile Tim, dal 1° gennaio 2026. Ma le sorprese non finiscono qui, perché a breve verrà predisposto un nuovo piano per intesseranti partnership industriali dirette alla realizzazione di operazioni strategiche da parte di Tim e Poste Italiane non solo nel settore della telefonia, ma anche in quello dei servizi ICT e dei contenuti media, dei servizi finanziari, assicurativi e dei pagamenti e dell’energia.